Castelli: “Nel 2004 rifiutammo la trattativa con la mafia”

ROMA – Nel 2003-2004, quando si trovava al vertice del ministero di Grazia e Giustizia, Roberto Castelli rifiutò una sorta di trattativa con esponenti mafiosi che promettevano una pubblica dichiarazione di dissociazione in cambio di alcune contropartite. L’allora ministro disse di no ”da solo ma non in assoluta solitudine perché vi era l’accordo con importantissimi magistrati dell’epoca”. Castelli ha fatto quella che definito una ”rivelazione” nel corso di una conferenza stampa organizzata dal Pdl per denunciare l’atteggiamento ”disponibile” del centrosinistra rispetto alla revoca del 41 bis tra il ’92-’93.

L’ex ministro ha successivamente chiarito, rispondendo alle domande dei giornalisti che la decisione di rispedire al mittente le ”avances” fatte da ”boss di prima grandezza” venne presa senza che si consultasse con alcun componente del governo. ”Il 41bis, che io ho stabilizzato, è un regime veramente duro e i mafiosi lo temono. Ci giunse la proposta di una pubblica scelta di dissociazione. Si sarebbero arresi allo Stato a patto di avere una contropartita. Fu una decisione presa in piena coscienza in accordo con importantissimi magistrati. Io ma non solo io abbiamo ritenuto che con la mafia non si può intavolare alcuna trattativa. Misi quindi sul piatto della bilancia questa offerta e il fatto che si dovesse trattare e decisi per il no. Non volevo assolutamente che si potesse pensare che lo Stato avesse intavolato trattativa. Io in quegli anni ho preso importanti decisioni in assoluta solitudine”, ha detto Castelli.

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