Catiuscia Marini, che perse Todi alla destra, guiderà il Pd alle regionali

Catiuscia Marini

Passata alla storia per avere fatto perdere alla sinistra la roccaforte rossa di Todi, Catiuscia Marini, ex sindaco di Todi ed ex europarlamentare, è stata premiata dagli iscritti del suo partito con la designazione, nelle primarie del Pd, a candidato a presidente della regione Umbria.

Non è stato un trionfo ma una vittoria di misura: 29 mila voti alla Marini, 25 mila al suo rivale Bocci. I risultati sono stati comunicati nella tarda serata di domenica, quando ormai tutte le indicazioni la davano da ore vincitrice, come sicuro indice di quanto Pierluigi Bersani e la sua segreteria e i loro seguaci credano nel rinnovamento e nella meritocrazia e quanto invece pesino la provenienza Pci dei personaggi che il partito esprime. Da buona ex comunista la Marini è in cordata con la presidentessa uscente, Maria Rita Lorenzetti e con il segretario nazionale Pierluigi Bersani.

L’altro candidato era Giampiero Bocci, di provenienza Margherita e di osservanza franceschiniana. Il Pd ritiene che alle primarie abbiano partecipato circa 40 mila elettori (erano stati 70 mila in occasione della consultazione che aveva portato alla segreteria Pierluigi Bersani): le altre 80 mila schede non utilizzate saranno mestamente distrutte.

A suggellare la vittoria della Marini, Bocci si è complimentato con lei per la sua vittoria: «Mi sembra che questo sia il dato che sta emergendo dai risultati. Ora lavoriamo tutti per lo stesso Pd, per gli stessi traguardi, vincere le elezioni».

Erano cominciate domenica mattina alle 8 le operazioni di voto per le primarie destinate a designare il candidato del Pd alle elezioni regionali in Umbria, regione attualmente governata dalla Pd Maria Rita Lorenzetti (reduce da due mandati e non più ricandidabile per le norme interne del Partito democratico): erano stati allestiti complessivamente 332 i seggi (257 in provincia di Perugia e 75 in quella di Terni) ai quali si sono impegnati oltre 2 mila volontari.

Anche le adesioni non hanno portato a numeri da capogiro, quarantamila persone sono comunque una cifra ragguardevole: persino una decina di suore di clausura di un monastero di Foligno avevano chiesto e ottenuto di votare. Lo hanno fatto nelle loro celle, grazie a una disposizione eccezionale della  Commissione del partito che ha imnviato alcuni volontari a ritirare le schede.

Marini e Bocci hanno passato anche loro la domenica in clausura, chiusi in due diversi uffici della sede del Pd di Perugia, animatissima per i continui arrivi di esponenti poltici umnri e delle scatole con le schede. Dietro la porta ermeticamente chiusa del suo ufficio, la Marini ha ingannato l’attesa, circondata da un gruppo di attivisti, aggiornando costantemente la sua pagina su facebook con i risultati via via che affluivano.

Al piano superiore della sede, separato da una rampa di scale, Bocci, che si spostava da una stanza all’altra alla ricerca di notizie.

Mostrando un sovrano distacco, è rimasta invece nella sua casa di Foligno la presidentessa uscente Lorenzetti.

Col passare delle ore, nella serata di domenica, si delineava la vittoria della Marini, che ha registratoi il primo successo a Terni con 2605 voti contro i 1335 di Bocci. Analoghe notizie sul trionfo della Marini  anche dalla provincia di Terni e dalla zona di Città di Castello. Bocci pareva invece meglio messo nell’area Foligno, Spoleto, Valnerina. Ma non è bastato, purtroppo per Bocci e per il Pd.

Gestione cookie