Catiuscia Marini si è dimessa: la presidente dell’Umbria scaricata dal Pd alla fine s’è arresa

Catiuscia Marini si è dimessa: la presidente dell'Umbria scaricata dal Pd alla fine s'è arresa
Catiuscia Marini si è dimessa: la presidente dell’Umbria scaricata dal Pd alla fine s’è arresa

ROMA – Catiuscia Marini ha confermato le sue dimissioni da presidente della Regione Umbria. Come sperava il suo capo partito Nicola Zingaretti, come in un primo momento aveva già deciso la stessa governatrice dopo l’inchiesta sulla sanità che la vede coinvolta.

Una decisione ribaltata dal voto dell’assemblea regionale di sabato scorso: i consiglieri regionali avevano approvato la richiesta di ritiro delle dimissioni, un salvataggio interno che ha messo in imbarazzo il Pd esponendolo alle critiche dei 5 Stelle che hanno avuto gioco facile nell’associare il nome dei dirigenti piddini alla “casta” che si autoassolve. 

Catiuscia Marini si è dunque arresa, lo ha fatto stamani con una lettera inviata alla presidente dell’Assemblea legislativa Donatella Porzi.

Sabato scorso l’Aula aveva approvato, con il voto determinante di Marini, un documento della maggioranza che chiedeva alla presidente di ritirare le dimissioni presentate in seguito all’inchiesta sui concorsi all’ospedale di Perugia nella quale lei stessa è indagata.

Marini ha confermato con una comunicazione ‘Pec’ a Porzi le dimissioni presentate “ai sensi dell’articolo 64, comma 3 dello Statuto regionale, già comunicate in data 16 aprile 2019 e discusse dall’Assemblea nelle sedute del 7 e 18 maggio scorso”.

Nella sua comunicazione, la presidente Marini parla di “percorso dettato esclusivamente da ragioni istituzionali, di correttezza e di rispetto per tutti i componenti dell’Assemblea, sia di maggioranza, sia di opposizione, e non certo da ragioni personali”.

La lettera si conclude con i ringraziamenti: alla presidente dell’Assemblea legislativa “per la collaborazione istituzionale di questi anni, al servizio delle istituzioni e della comunità regionale”; ai componenti dell’Assemblea legislativa e al personale di Giunta e Consiglio “che in questi 9 anni mi ha supportato con competenza, rigore e professionalità nello svolgimento del mio complesso mandato istituzionale”.

Sto facendo da capro espiatorio per tutta l’Umbria in chiave europea. In base al codice etico del Pd non sarei nemmeno obbligata a lasciare”. E’ la posizione della governatrice dell’Umbria Catiuscia Marini, intervistata dal Messaggero dopo le polemiche sul no alle sue dimissioni, votato sabato in aula.

Quello di sabato, chiarisce, “non era un voto di fiducia” e sul fatto di non essersi astenuta spiega: “Ho sempre votato in aula tutti gli atti, anche quelli che mi riguardano in prima persona. Potrò tutelare il lavoro che ho fatto in questi anni e l’autorevolezza delle istituzioni che rappresento?. E poi sono al secondo mandato e non mi candiderò più”. Sul futuro della sua giunta, Marini spiega di non avere ancora deciso, “prima voglio sentire la mia maggioranza. Io tutelo l’autonomia del mio ente e ci sono dei passaggi politici e istituzionali di cui voglio e devo tenere conto. Siamo un’istituzione e io sono stata eletta dai cittadini”.

E sui rapporti con Zingaretti afferma: “Non lo sento dal 2 maggio, lo trova normale? Il commissario che ha nominato, Walter Verini, l’ho visto il 17 aprile e poi basta. E non ha mai convocato gli organismi. Bisognava scegliere una figura fuori dalle dinamiche umbre per gestire il caso. Il problema è che su di me si sono giocate dinamiche congressuali in vista del voto. Possibile che in questi giorni tanti big del mio partito mi abbiano chiamata e Zingaretti mai? Forse è stato consigliato male, non so cosa pensare”.  (fonte Ansa)

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