La mano di D’Alema che indica a Berlusconi l’uscita. Cazzullo: “Un gesto sbagliato, serve un surplus di autocontrollo”

Pubblicato il 11 Novembre 2010 - 09:48 OLTRE 6 MESI FA

Massimo D'Alema

La “manina” di Massimo D’Alema, quella con cui il presidente del Copasir, alla Camera, ha invitato Silvio Berlusconi ad andarsene non piace al giornalista e commentatore del Corriere della Sera Aldo Cazzullo.  Cazzullo, infatti, sul quotidiano di giovedì 11 novembre , dedica al gesto un breve commento paragonandolo ad altre azioni celebri e poco ortodosse come le corna di Giovanni Leone e il dito medio di Umberto Bossi.

Secondo Cazzullo, quello di D’Alema “non è lo stile giusto, per sollecitare le dimissioni di un premier messo sotto accusa anche per il suo stile. Tanto più che D’Alema è il presidente del Copasir, il Comitato di controllo sui servizi segreti: un organo terzo, che per questo è guidato da un esponente dell’opposizione. E tanto più che proprio D’Alema chiede che Berlusconi sia chiamato a rendere conto della facilità con cui gli estranei si infilano nelle sue residenze, e quindi a chiarire se la sua sicurezza personale e quella nazionale siano vulnerabili. Ma far precedere la convocazione del premier da un gesto del genere rafforza il sospetto — non a caso già avanzato dal centrodestra — che si tratti più di una manovra politica che di una necessità istituzionale”.

Per il giornalista, però, “Questo non significa che le vicende «private» di Berlusconi debbano rimanere tali. Si tratta anzi di vicende molto serie, e molto gravi. Ma proprio per questo richiedono, per essere affrontate, un particolare rigore: nel metodo, nelle parole, e anche nei gesti. Tra l’altro, il D’Alema in versione antiberlusconiano radicale rischia di essere additato dai suoi antipatizzanti come un partigiano del 24 aprile”. Secondo Cazzullo, invece,  “dal berlusconismo si esce con un surplus di autocontrollo, moderazione, stile; non con il ghigno beffardo della rivincita”.

Autocontrollo che negli ultimi mesi non sembra essere la principale arma di D’Alema. La manina è una caduta di stile? Forse. Di sicuro è un ulteriore segno di nervosismo visto che solo qualche mese fa, lo stesso D’Alema, durante la trasmissione Ballarò, mandò platealmente a quel paese il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti. Quanto alla volgarità del gesto della manina il nostro Parlamento, tra zuffe, strepiti, e consumazioni ‘rituali’ di mortadella ci ha francamente abituati a molto peggio.