Cedolare secca al 10%, bonus mobili, sconto Irpef: il Piano Casa nel dettaglio

Cedolare secca al 10%, bonus mobili, sconto Irpef: il Piano Casa nel dettaglio
Cedolare secca al 10%, bonus mobili, sconto Irpef: il Piano Casa nel dettaglio

ROMA, 12 MAR –  Il governo Renzi ha approvato un “Piano Casa” da 1,7 miliardi, che prevede:

– una riduzione al 10% dell’aliquota della cedolare secca, per i contratti a canone concordato i vigore già da quest’anno,
– il ripristino del plafond dei 10.000 euro per il bonus mobili, ridotto dall’ultima Legge di stabilità
sconto fino a 900 sull’Irpef per gli inquilini delle case popolari
– 100 milioni di euro per il fondo per l’affitto
– incremento di 20 milioni del fondo contro le morosità incolpevoli.
lotta agli abusivi e alle occupazioni di case: chi occupa non otterrà la residenza e l’allaccio ad acqua, luce e gas.

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Sono queste le novità contenute nel Piano Casa presentato annunciato da Renzi e presentato nel dettaglio dal ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Entro il 30 giugno, poi, sarà definito un piano per la vendita degli immobili degli Iacp, che potranno essere acquistati dagli inquilini tramite un finanziamento agevolato erogato da un fondo ad hoc. Partirà invece entro sei mesi il piano nazionale di recupero degli alloggi di proprietà degli Iacp.

TUTTE LE NOVITÀ DEL PIANO CASA NEL DETTAGLIO

Verrà incrementato con 100 milioni il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione e 226 milioni il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli. Lo si legge in una nota del Ministero delle infrastrutture e trasporti, in cui si sottolinea che “il primo obiettivo del decreto legge è fornire immediato sostegno economico alle categorie sociali meno abbienti che ad oggi non riescono più a pagare l’affitto”.

Il Piano casa prevede la riduzione della cedolare secca per contratti a canone concordato. “Per favorire l’immissione sul mercato degli alloggi sfitti – spiega il Ministero delle infrastrutture – si riduce dal 15 al 10%, per il quadriennio 2014-2017, l’aliquota della cedolare secca di cui si potrà usufruire anche in caso di abitazioni date in locazione a cooperative o a enti senza scopo di lucro, purché sublocate a studenti con rinuncia all’aggiornamento del canone di locazione o assegnazione”.

Più vantaggi per chi abita in un alloggio di edilizia popolare. E’ uno degli obiettivi del Piano casa che, per gli anni 2014, 2015 e 2016 – si legge in una nota del Ministero delle infrastrutture – prevede che ai soggetti titolari di contratti di locazione di alloggi sociali adibiti a propria abitazione principale spetta una detrazione complessivamente pari a: 900 euro, se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro; 450 euro, se il reddito è tra 15.493,71 e 30.987,41 euro.

Novità nel Piano casa anche per la detrazione del cosiddetto ‘bonus mobili‘: la spesa per l’acquisto di mobili a seguito di ristrutturazione, su cui sono previste detrazioni Irpef – spiega il Ministero delle infrastrutture – potrà essere superiore a quella per la ristrutturazione stessa. Il tetto massimo per la spesa complessiva resta a 10mila euro.

Il Piano casa prevede la conclusione di accordi con regioni ed enti locali per favorire l’acquisto degli alloggi ex IACP da parte degli inquilini e destinare il ricavato al recupero alla realizzazione di nuovi alloggi. L’obiettivo, precisa il Ministero delle infrastrutture, “è incrementare l’offerta di alloggi sociali anche attraverso attività di recupero, manutenzione e gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica senza consumo di nuovo suolo”. Per favorire l’acquisto degli alloggi da parte degli inquilini è prevista la costituzione di un Fondo destinato alla concessione di contributi in conto interessi su finanziamenti per l’acquisto degli alloggi ex IACP, che avrà una dotazione massima per ciascun anno dal 2015 al 2020 di 18,9 milioni di euro per un totale di 113,4 milioni.

Lotta all’occupazione abusiva nel Piano casa. Il provvedimento, si legge in una nota del Ministero delle infrastrutture, prevede “più rigore nei confronti di chi occupa abusivamente un immobile che non potrà chiedere né la residenza, né l’allacciamento ai pubblici servizi. Una norma – precisa la nota – che mira al ripristino delle situazioni di legalità che l’attuale quadro normativo non riesce a garantire”.

In particolare, il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione che già aveva una dotazione di 100 milioni (50 per il 2014 e altri 50 per il 2015) verrà raddoppiato a 200 milioni (100 per il 2014 e 100 per il 2015). Il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli che già aveva una dotazione di 40 milioni di euro, è stato incrementato di 226 milioni ripartiti negli anni 2014-2020. “Di fatto – puntualizza il Ministero – è stato reso strutturale”. Nel decreto sono inoltre previste modifiche della disciplina del Fondo per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione: “per attenuare le tensioni sul mercato delle locazioni (2,5 milioni di famiglie in affitto pagano un canone superiore al 40% del loro reddito) la norma – si legge nel comunicato del Ministero – prevede che le risorse del Fondo Affitto siano destinate anche alla creazione di strumenti a livello comunale (ad es. Agenzie locali) che svolgano una funzione di garanzia terza fra proprietario e affittuario: per i mancati pagamenti del canone; e per eventuali danni all’alloggio”. La norma prevede inoltre che le procedure previste per gli sfratti per morosità si applichino sempre alle locazioni di cui al presente comma, anche per quelle per finita locazione.

Il Piano casa prevede inoltre misure per l’ampliamento dell’offerta di edilizia residenziale pubblica: si prevede un Piano di recupero di immobili e alloggi di Edilizia residenziale pubblica (ex IACP) che beneficerà dello stanziamento di 400 milioni di euro con il quale finanziare la ristrutturazione con adeguamento energetico, impiantistico e antisismico di 12.000 alloggi. Inoltre – prosegue la nota del Ministero delle infrastrutture – viene previsto un ulteriore finanziamento di 67,9 milioni di euro per recuperare ulteriori 2.300 alloggi destinati alle categorie sociali disagiate (reddito annuo lordo complessivo familiare inferiore a 27.000 euro, nucleo familiare con persone ultrasessantacinquenni, malati terminali o portatori di handicap con invalidità superiore al 66 per cento, figli fiscalmente a carico e che risultino soggetti a procedure esecutive di rilascio per finita locazione). Un’altra misura prevede più vantaggi per chi mette in affitto alloggi sociali nuovi o ristrutturati: i redditi derivanti dalla locazione di alloggi nuovi o ristrutturati non concorrono alla formazione del reddito d’impresa ai fini IRPEF/IRES e IRAP nella misura del 40 per cento per un periodo non superiore a dieci anni dalla data di ultimazione dei lavori. Infine viene previsto il riscatto a termine dell’alloggio sociale: trascorsi almeno 7 anni dalla stipula del contratto di locazione, l’inquilino ha facoltà di riscattare l’unità immobiliare. Con decreto MIT di concerto MEF, previa intesa Conferenza unificata, sono disciplinate le clausole standard dei contratti locativi e di futuro riscatto, ferma restando la validità dei contratti di locazione stipulati prima delle entrata in vigore del presente decreto. Chi acquista ha 2 vantaggi: l’Iva dovuta dall’acquirente (che è incassata da chi vende per riversarla allo Stato) viene corrisposta solo al momento del riscatto e non all’inizio; il reperimento del fabbisogno finanziario residuo per l’acquisto è rimandato al momento dell’atto di acquisto. Chi vende rimanda la tassazione IRES e IRAP sui corrispettivi delle cessioni alla data del riscatto.

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