Cei “boccia” la mafia: “Affiliati fuori dalla Chiesa”

Pubblicato il 10 Novembre 2009 - 15:45 OLTRE 6 MESI FA
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Monsignor Mariano Crociata

I mafiosi e coloro che fanno parte della criminalità organizzata sono automaticamente esclusi dalla Chiesa cattolica, non c’è bisogno di scomuniche esplicite. La “bocciatura” arriva direttamente da monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei.

Il mondo episcopale prende dunque ufficialmente le distanze dalle associazioni criminali, nonostante nell’immaginario comune ci sia un forte legame tra questi due mondi: non è un mistero che nei riti di affiliazione ai clan mafiosi vengano utilizzati simboli religiosi come i santini, a testimonianza della loro devozione.

I componenti della Cei sono riuniti nella loro sessantesima assemblea generale ad Assisi, e oggi pomeriggio devono approvare il documento su Chiesa e Mezzogiorno in discussione in questi giorni all’Assemblea Generale dei vescovi italiani, in relazione alle recenti inchieste che hanno coinvolto anche uomini politici.

«È evidente – ha spiegato monsignor Crociata – che il tema della criminalità organizzata è ben presente nel documento; una realtà drammatica ma non disperata e non invincibile». Per quanto riguarda i mafiosi o gli affiliati alle organizzazioni criminali, il segretario della Cei quanto già disse Giovanni Paolo II in una visita ad Agrigento nel 1993 sul giudizio di Dio che si sarebbe abbattuto sui criminali.

«Non c’è bisogno – ha aggiunto Crociata – di comminare esplicite scomuniche perchè chi vive nelle organizzazioni criminali è fuori dalla comunione anche se si ammanta di religiosità.»

«Piuttosto – ha aggiunto – non si risolve questo dramma sociale che si estende a tutta l’Italia, e non solo al Sud, solo richiamando l’esclusione dalla chiesa, ma si risolve con un impegno di tutti, della istituzioni, della magistratura».