Celentano: “leggina”per uscire dalla paralisi e “processi giusti”

Anche Adriano Celentano  esprime il suo parere sulla giustizia nel nostro Paese. In sintesi, per uscire dall’impasse, egli pensa che la strada potrebbe essere quella di azzerare i procedimenti del premier per poi lavorare a una «vera riforma sulla giustizia».

«E’  l’unica via – afferma Celentano in una lettera che appare oggi sul Corriere della Sera –  per poter sciogliere quel granello di sabbia che, bloccando il motore della giustizia, paralizza l’intera società col rischio di gravi infezioni».

Nel suo intervento, che definisce da  «povero cittadino che non capisce», il cantante chiede  «processi giusti», più che «processi brevi». Se c’è una cosa che «fa male» al cittadino, scrive Celentano, «è quando nel bel mezzo di un conflitto fra due forze politiche che tendono allo stesso scopo non si riesca a trovare una soluzione». L’artista si riferisce al dibattito sul processo breve, «tutti lo vogliono breve – dice – ma non si capisce quanto deve essere breve», e allora rilancia: i processi devono piuttosto «essere giusti».

Quella della giustizia «è una piaga» per l’Italia e «lo sbaglio più grosso che commettono politici e giudici è quello di non voler comprendere il grande valore della giustizia e dell’impellente necessità di riformarla». Sempre uno è «l’intoppo»: i processi del premier.

Il cittadino è «esausto», spiega Celentano, e «chiede di azzerare tutto a partire dai processi di Berlusconi e ricominciare da capo, affinché egli non avendo più la spada dei giudici sulla sua testa, possa sedersi tranquillamente al tavolo con l’opposizione per fare la vera riforma della giustizia». Si tratta di fare – conclude – quella «leggina ad personam» di cui parlava anche D’Alema.

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