Celentano boccia il nucleare: “Votiamo no al referendum”

Pubblicato il 16 Marzo 2011 - 09:58 OLTRE 6 MESI FA

Adriano Celentano

ROMA – Adriano Celentano dice “no” al nucleare in Italia, e lo fa dalle pagine del Corriere della Sera: ”Nel bel mezzo di una tragedia come quella che sta vivendo il Giappone”, ”senza contare l’aspetto più insidioso dovuto alle radiazioni liberatesi nell’aria, il nostro presidente del Consiglio non demorde” e ”ha fatto subito annunciare dai suoi ‘CicchittiPrestigiacomini’ e dai piccoli insidiosi Sacconi che il progetto sul nucleare in Italia andrà avanti”, senza tener conto dell”’orientamento popolare contro le centrali decretato dal referendum fatto 24 anni fa”.

Celentano ha invitato gli elettori a non disertare le urne a giugno in occasione del referendum: ”Le ottocentomila firme raccolte da Di Pietro contro le centrali atomiche e il legittimo impedimento saranno oggetto di un referendum che ‘si farà’, ha detto il ministro Maroni allievo di Berlusconi. Ma a giugno. Quando la gente va al mare”. ”Una trappola radioattiva quindi per chi non vuole essere schiacciato dalla bevanda nucleare”.

Celentano ha lanciato non un appello, ma una ”preghiera” a chi vota: ”di destra, di sinistra, studenti, leghisti, fascisti e comunisti”: ”Per il vostro bene, non disertate il referendum. Questa volta sarebbe un suicidio”. Celentano ha parlato di ”fuori-tempo” da parte di Chicco Testa, presidente del Forum nucleare italiano: ”ormai è appassito per mancanza di clorofilla e quindi non più in grado di catturare quell’energia solare di cui un tempo si nutriva”.

E ha definito Casini e Berlusconi ”ipocriti marci” perché a suo avviso consapevoli che ”per quanto sicure possono essere le centrali atomiche, anche di decima o di undicesima generazione, il vero pericolo sono soprattutto le scorie radioattive, che nessuno sa come distruggere”.

L’unico, ha concluso, ”che ha intuito cosa c’è nel cuore della gente” è il sindaco di Firenze Matteo Renzi, ”che ha il coraggio di dire no alla cementificazione facile con la quale, secondo i malvagi, si costruirebbe per il bene dei cittadini”.