Chi è Nicola Morra, nuovo capogruppo M5S al Senato. Subentra a Vito Crimi

Chi è Nicola Morra, nuovo capogruppo M5S al Senato. Subentra a Vito Crimi
Nicola Morra (LaPresse)

ROMA – Si chiama Nicola Morra, sta per compiere 50 anni e subentra a Vito Crimi nel ruolo di nuovo capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle. Ha battuto Luis Alberto Orellana per 24 voti a 22, un paio le schede bianche. Al termine del voto, trasmesso in diretta streaming, Morra ha chiosato: “Luis è dialogante ma anche integralista, e io sono integralista ma anche dialogante. Così i giornalisti sono contenti”.

Nato a Genova il 5 luglio 1963, Morra è insegnante di storia e filosofia in un liceo di Cosenza. In Calabria si è trasferito venti anni fa dopo aver lavorato per un periodo a Roma. È il “colto” del Movimento 5 Stelle, il dialogante, ma anche l’ortodosso. Ortodosso che riscuote più di Crimi (per non parlare di Roberta Lombardi) il consenso dei dissidenti.

Piacciono i suoi interventi sul canale streaming La Cosa (la Raiuno dei grillini) perché appare pacato, saggio, non “divisivo” e in un rapporto di discreta confidenza con la lingua italiana, il che non guasta neanche nell’universo di una nuova politica che cerca nuovi linguaggi, spesso però inciampando in nuovi refusi e nuove gaffe.

Ecco Morra intervistato da Enrico Mentana:

“Noi siamo la dimostrazione di come si possa far politica con costi bassissimi, i costi della politica non sono quelli della democrazia: quelli della politica sono gonfiati in maniera abnorme per garantire poi degli apparati che pescano consenso”.

Certo è un po’ naif l’abuso dei puntini di sospensione nel suo curriculum vitae pubblicato sul meet up calabrese, così come non convince l’inno alla polis accostato all’ammissione di non aver mai votato prima delle ultime elezioni:

Credo…., mi batto…., mi impegno…..No. Chi mi conosce sa che cosa io faccia nel concreto. Giorno per giorno. Però lasciatemi dire anche che PROVO RABBIA. ….avevamo un paese bellissimo, un paese che ha permesso a tanti di godere di libertà, di avere delle giuste tutele, di reputare che sotto certi standard minimi in termini di diritti di cittadinanza non si potesse scendere.
Avevamo. Ma adesso ce lo riprenderemo….
Pur credendo tantissimo nel valore della polis, non ho mai votato, proprio perchè ho dato sempre credito alla nobiltà, alla bellezza della politica. Non ho mai creduto alla logica del male minore, ed a chi mi diceva che Occhetto era migliore di De Mita, oppure D’Alema di Berlusconi, rispondevo che eguali eran nel non porsi al servizio dei cittadini, del popolo, non avendo, i primi, quando avrebbero dovuto e potuto, imporre la risoluzione del conflitto d’interessi ad es..

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