Il matrimonio non ha valore legale ma il valore simbolico del gesto resta: sindaco di Torino Sergio Chiamparino ha “unito in matrimonio” due lesbiche che nei mesi scorsi gli avevano chiesto un aiuto per istituzionalizzare la loro unione che dura da 9 anni. Chiamparino ha presenziato alla loro cerimonia festosa di ‘sposalizio’ che si è svolta sabato 27 febbraio in un locale molto usato dal mondo gay torinese, la Rotonda al Valentino.
“Non posso sposarvi perché la legge italiana non lo consente – ha detto loro, commosso – ma ho scelto di essere qui augurandomi che la mia presenza possa servire a far dire a tutti che siete cittadini di serie A, come tutti noi”.
“Vi ringrazio – ha aggiunto Chiamparino – per aver capito subito che questa cerimonia non poteva svolgersi in un luogo istituzionale, perché nelle istituzioni devono avvenire atti legali. Se cambiano le leggi anche le istituzioni cambiano”.
Senza la fascia tricolore, il sindaco ha ancora detto: “Sono qui per mettere un sigillo simbolico su questa unione. Questo è un momento che manda un messaggio forte di felicità e di sofferenza. Di felicità perché è evidente che vi amate tanto, di sofferenza perché non vi è possibile riconoscere pienamente questo vostro amore. E questo non è sopportabile”.
“Mi auguro – ha concluso – che questo vostro atto serva a mandare un messaggio semplice ma forte allo spirito libero del Parlamento. Credo sia arrivato il tempo, anche in Italia, per creare un istituto, accanto al matrimonio, che possa unire liberamente persone dello stesso sesso permettendo loro la possibilità di darsi reciproche obbligazioni in vita e nel postvita”.
Poi è iniziata la cerimonia, in un’atmosfera molto festosa e pur consapevole, anche per via della presenza del sindaco e di tanti giornalisti, oltre che delle parlamentari Anna Paola Concia e Magda Negri, del valore simbolico e sociale dell’ iniziativa. Una bimba di dieci anni, con gli occhi lucidi, figlia di un’amica della coppia, si è avvicinata alle spose, Antonella D’Annibale e Debora Galbiati Ventrella porgendo loro le due fedi d’oro.
Le due donne si sono promesse amore e aiuto nel corso di tutta la loro vita. Poi il bacio e il brindisi. “Una bellissima festa, un segno di civilta”, ha commentato il sindaco prima di avvicinarsi al libro delle firme.
La presenza del sindaco al matrimonio è invece stata letta come uno spot elettorale da Giuseppe Lonero, capogruppo in Comune della Destra, ma è anche stata stigmatizzata da Lorenzo Cesa, segretario Udc, oggi a Torino per la campagna elettorale: “Finché ci sarà l’Udc nella giunta regionale, difenderemo la famiglia che è una sola,quella con un uomo e una donna e i loro figli”. Per Monica Cerutti, capogruppo in Comune di Sinistra Libertà si è invece trattato di un bel segnale di auspicio affinché il Consiglio Comunale approvi al più presto la delibera di iniziativa popolare per il riconoscimento delle unioni civili già sottoscritta da 2.800 torinesi.