Cig in deroga, Giovannini: “Risorse a breve, ma va rivista”

Pubblicato il 16 Maggio 2013 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA

Enrico Giovannini (Foto Lapresse)

ROMA – Per ora il governo pensa a come “mettere la toppa” sulla cassintegrazione in deroga. Ma lo strumento andrà rivisto. E’ quello che ha detto il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, a proposito delle risorse per rifinanziare la Cig.

Il Governo sta valutando ”le risorse disponibili a brevissimo termine” per rifinanziare la cig in deroga per poi rivederla perché ”non si può rifinanziare lo strumento senza rivisitarlo”, ha detto Giovannini a proposito dell’intervento sulla cig in deroga venerdì all’esame del Consiglio dei ministri.

“Il problema – ha aggiunto – è strutturale e non va solo affrontato rifinanziando”. Per questo “l’orientamento del governo è quello di un monitoraggio molto più puntuale sul comportamento dei soggetti che erogano fondi per capire di cosa stiamo parlando”, ovvero se si tratta di lavoratori che sono momentaneamente in stand by o che non verranno reinseriti al lavoro. In questo ultimo caso servono, ha detto il ministro, “altri strumenti e ammortizzatori. Ma questo non avverrà domani, ma nei mesi prossimi o l’anno prossimo”.

Giovannini ha sottolineato che il tema della rivisitazione ”è sentito dalle Regioni e dalle parti sociali” e che venerdì il decreto all’esame del Consiglio dei ministri ”darà le prime risposte” per capire le dinamiche che sottendono all’utilizzo dello strumento.   La cassa integrazione in deroga, a differenza di quella ordinaria e straordinaria, non è finanziata dai contributi di lavoratori e imprese.

Esodati. Giovannini ha spiegato che in questi primi mesi dell’anno sono andati in pensione già 7.000 esodati all’interno del gruppo dei 65.000 salvaguardati previsti dal primo decreto. L’Inps sta ”prendendo in considerazione” anche alcune domande di salvaguardia di lavoratori ”che non avevano i requisiti” per entrare tra i tutelati dal primo decreto, ha aggiunto il ministro sottolineando che si tratta di una ”buona notizia”. Ha detto che rispetto al primo decreto (65.000 salvaguardati previsti) solo 62.000 delle domande sono state accettate e che le risorse rimanenti saranno comunque usate attraverso il fondo per gli esodati esistente.