ROMA – Claudio Scajola, l’ex ministro dell’Interno arrestato per avere cercato di aiutare un latitante e accusato di rapporto on la ‘ndrangheta calabrese, che rapporti aveva con Chiara Rizzo, la moglie del latitante, l’ex deputato di Forza Italia e armatore siciliano Amedeo Matacena?
“Gli ho detto all’avvocato: che cazzo mi dici, hanno aperto un’indagine per me? (…) Ma se io non ho fatto niente nella vita mia, che c’entro io? (…) Io sono stata stupida a non chiedere subito il divorzio, la separazione, però io che ne sapevo? Pensavo che le cose si aggiustavano”.C’è una telefonata in cui Matacena le dice “Ti amo, ti amo, ti amo tanto” e lei lo liquida con un veloce: “Anch’io, ciao ciao”.C’è poi il giorno in cui, come riferisce il Fatto, Claudio Scajola organizza per Chiara Rizzo“un incontro a Montecarlo con un professionista svizzero, per aiutarla a girare dei fondi. Ma l’incontro non solo va male, va peggio. Lo svizzero ammicca, ci prova e Scajola, che l’ha mandata tra le fauci del lupo, esplode: “Pappa e ciccia non si fa!”:Rizzo: Ora mi ha accompagnato che io mi dovevo comprare gli asso… cioè, mi voleva accompagnare qua dentro, poi io ho evitato. Che una volta eravamo qua dentro, gli ho detto, scusa ma sai, devo fare delle cosine. Gli ho detto, scusami ma io sai devo fare …Scajola: Ma pappa e ciccia non si fa, pappa e ciccia non si fa.Rizzo: Ecco! Gli ho detto, scusa ma io ho delle cosine da fare, gli ho detto, devo comprare delle cremine …Scajola: Pappa e ciccia non si fa!Rizzo: E lui mi ha detto, non vorrei, sai che mi ha detto? “Non vorrei che tu fraintendessi!”. Guarda che è stato furbo. E lì, “ma sai, ho pensato a te, certo una donna quando va a letto da sola, ma nel senso buono, con tutti i suoi pensieri, le cose… sappi, eh, non vorrei che fraintendessi, perché sei una amica di Claudio, che qualsiasi cosa hai bisogno chiamami”. Gli ho detto io: certo, ti ringrazio.
Altra telefonata:
Rizzo: Non ho niente da decidere , voglio dire, cioè, non capisco qual è il motivo, perché mi dici queste cose, boh! Decidere, non ho capito cosa devo dec… che cosa posso decidere?
Scajola: No, tu… mi pare che tu abbia già deciso, non è che devi decidere, no?
Rizzo: E che cosa devo decidere?
Scajola: Tu hai già deciso, tu hai già deciso… ma tu hai già deciso quello che stai facendo, ci siamo parlati a lungo dicendo, “hai delle opzioni da scegliere, sceglietele bene!”, io ho provato a costruire una opzione che ti desse assoluta libertà… ma, devo sapere se è una opzione che ti interessa o non ti interessa, tutto qua, per essere più chiari, insomma.
Rizzo: Cosa è cambiato, da quando ci siamo parlati, io questo non capisco!
Scajola: Che è da tempo che facciamo infingimenti e che non ci diciamo le cose. Voglio, da amico, eh, da amico, non altro, solo da amico (…)
Rizzo: Cioè, ma dimmi, tu che le cose le sai benissimo, quale scelta posso fare?
Scajola: Siamo al telefono, siamo al telefono.
Rizzo: E allora, non ti preoccupare , guarda, stai sereno, tu, le tue… stai sereno, tutto quello che fai, che dici, questa bontà, questa cosa, perché una vuole bene, perché vuole fare, perché dire, non è possibile perché ogni volta la butti sempre come una cosa… allora, lasciamo perdere… (…)
Scajola: Tu hai già fatto una scelta, figliola mia…
Rizzo: E qual è questa scelta?
Scajola: Dobbiamo rendere conciliabile questa scelta con le altre cose, tutto qua! L’hai già fatto no, non è che devono essere… fare degli intrugli.
Rizzo: Che c’entra la mia scelta…
Scajola: Ma basta! Senti, figliola, basta balle e sotterfugi, su… uno dice le cose com’è, ognuno ha il coraggio delle sue posizioni nella vita, no?
Rizzo: Ma va’! Chiara Rizzo riattacca e tronca la conversazione.
Poi c’è la complicata organizzazione di uno spostamento con scorta oltre il confine con la Francia, a Nizza. La segretaria dice a Claudio Scajola che la scorta deve essere autorizzata dal Ministero
Scajola: “E che lo comunichi pure, che me ne frega… tanto, non lo sa mia moglie, basta che lo tengano riservato, facciano quello che devono fare però mi lasciano là allo svincolo!”.
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