ROMA – Il ministro della Giustizia Andrea Orlando era già intervenuto sul caso Clemente Russo. Ma ci ritorna, ospite di Matrix, su Canale 5:
“Il problema è molto semplice: Clemente Russo è un poliziotto penitenziario. La polizia penitenziaria è la polizia delle garanzie, cioè quella che deve, da un lato tutelare la sicurezza dei cittadini, ma dall’altro anche garantire l’incolumità di chi è recluso. Ed è del tutto evidente che un’espressione come quella si addice poco a questo tipo di ruolo e di funzioni”.
“La cosa semplice era dire ai cittadini che la polizia penitenziaria in qualche modo non coincide con quell’immagine che veniva data”, sottolinea Orlando, ricordando che mesi fa il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria “ha sanzionato dei poliziotti perché avevano inneggiato alla morte di un detenuto che era avvenuta all’interno di un carcere. Eppure si trattava di un profilo Facebook, si trattava di una cosa che aveva assolutamente minor rilievo mediatico”.
“Siccome il caso Russo è una cosa di cui si discute e va nelle case di molti italiani, con un seguito significativo, mi pareva molto importante che, in qualche modo, questo messaggio arrivasse in modo tempestivo”, conclude il Guardasigilli.
Qualche settimana fa Stefano Bettarini e Clemente Russo credendo di non essere ascoltati, hanno avuto un lungo dialogo che verteva sulle imprese sessuali extraconiugali di Bettarini, nel periodo in cui era sposato con Simona Ventura. Mentre Bettarini raccontava, Russo commentava con pesanti epiteti rivolti a Simona Ventura.