ROMA – “In nome del popolo italiano la Suprema Corte di Cassazione, sezione feriale, ha emesso l’udienza pubblica del procedimento penale numero 27.884-2013, iscritto al numero 8 dell’udienza pubblica del 30 luglio 2013 la seguente decisione: rigetta i ricorsi di Agrama Frank, Lorenzano Daniele e Galetto Gabriella, che condanna la pagamento delle spese processuali. Annulla la sentenza impugnata nei confronti di Silvio Berlusconi limitatamente alla statuizione relativa alla condanna alle pena accessoria per l’interdizione temporanea per anni 5 dai pubblici uffici per violazione dell’art. 12, comma 2, decreto legislativo 10 marzo 2000 n. 74 e dispone trasmettersi gli atti ad altra sezione della corte d’appello di Milano perché ridetermini la pena accessoria nei limiti temporali fissati dal citato articolo 12, ai sensi dell’art. 133 codice penale, valutazione non consentita alla Corte di legittimità. Rigetta nel resto il ricorso del Berlusconi nei cui confronti dichiara, ai sensi dell’articolo 624 comma 2 codice procedura penale, irrevocabili tutte le altre parti della sentenza impugnata”.
Questa la sentenza della Corte di Cassazione.
Questo vuol dire che Silvio Berlusconi è riconosciuto colpevole del reato di frode fiscale e che la Cassazione conferma le condanne di primo e secondo grado. La Cassazione quindi condanna Berlusconi in maniera definitiva.
Berlusconi condannato, ma non interdetto. Cioè sono da stabilire la durata e l’eventualità di una interdizione dai pubblici uffici. Quindi Berlusconi non perde il seggio in Senato e la possibilità di presentarsi alle elezioni. La questione della interdizione “congrua” alla condanna viene rimandata ad altro tribunale.
Fin qui il dispositivo di legge, politicamente l’esito della vicenda è che Berlusconi diventa ufficialmente un leader politico pregiudicato e condannato. Occorrerà vedere come reagirà Berlusconi stesso e il Pdl a questo alt di fatto.
Significa anche, però, che Berlusconi conserva l’agibilità politica e potrebbe trovare conveniente mantenere l’alleanza, il governo, e la sua possibilità di trattare. Meglio restare seduti al tavolo che il “Sansone muoia con tutti i filistei”.
Ma il Berlusconi che evita il peggio resta comunque in un purgatorio giudiziario e politico, una condizione nella quale può muoversi in una sorta di “domiciliari”, questa volta politici.
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