Condono edilizio, Nitto Palma ritenta: “Troppe ruspe, legalizziamo gli abusi”

Per Nitto Palma e il Pdl troppi sono gli abbattimenti esecutivi: meglio legalizzare gli abusi edilizi con un condono

ROMA – Condono edilizio: Francesco Nitto Palma ci riprova. L’ex ministro della Giustizia del governo Berlusconi ha fatto calendarizzare in Senato per la prossima settimana un disegno di legge per scongiurare gli abbattimenti degli edifici abusivi, riaprendo i termini di presentazione delle domande del condono del 2003. Sostenuto da tutti i deputati campani del Pdl, il provvedimento ha l’obiettivo dichiarato di sanare le decine di migliaia di posizioni abusive in Campania: ma la norma, che non può essere “ad regionem”, sarebbe estesa a tutto il territorio nazionale.

Due le motivazioni principali, una umanitaria e un’altra, diciamo così, antiproibizionista. Primo: non si può mandare la gente per strada. Obietta il senatore “green” del Pd Della Seta che, però, “l’abusivismo di necessità” è un fenomeno molto circoscritto sul quale possono intervenire i sindaci, e in parte già lo fanno, per trovare una sistemazione dignitosa alle famiglie più bisognose. Secondo: le ordinanze esecutive di abbattimenti e demolizioni sono troppe, legalizziamo l’abuso. Sembra una soluzione da strategia di riduzione del danno come nelle tossicodipendenze. Evidentemente un alibi, per nascondere la volontà di compiacere un preciso bacino elettorale.

Il tentativo di Nitto Palma, fuori dal recinto berlusconiano, è considerato unanimemente destinato alla sconfitta. Ma resta un fatto gravissimo secondo Ermete Realacci, storico ambientalista dei Democratici: “E’ un favore all’illegalità e all’ecomafia. Vale la pena ricordare che il rapporto Ecomafia 2012 di Legambiente stima in 25.800 gli abusi edilizi nel 2011 e che il solo effetto annuncio ha prodotto, nel caso del condono del 2003, 40 mila nuove case illegali“.

Un favore alla criminalità, ai clan del cemento? E’ certo, invece, che l’orientamento del governo in carica è diametralmente opposto, visto che il ddl firmato dal ministro dell’Agricoltura Catania prevede un limite ferreo all’avanzata del cemento e che il presidente del Consiglio si rammarica di non averlo presentato fra i primi atti del suo Governo. Comunque va tenuta alta la guardia. La sequenza temporale dei condoni, almeno secondo l’urbanista Vezio De Lucia, contiene una pericolosa sistematicità: “Il primo, il Craxi-Nicolazzi, è del 1985. Il secondo, il Berlusconi-Radice, del 1994. Il terzo, il Berlusconi-Lunardi, del 2003. Uno ogni 9 anni. Il 2012 sarebbe la scadenza naturale di questa serie. L’occasione per varare un altro condono. L’ultimo, s’intende”.

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