Confalonieri: “Berlusconi? Non lo vedo adatto per il Quirinale”

Pubblicato il 14 Maggio 2010 - 08:14 OLTRE 6 MESI FA

Fedele Confalonieri

Silvio Berlusconi non punta al Quirinale. Ad affermarlo, in un’intervista al Corriere della Sera è il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri che in un’intervista al Corriere della Sera spiega: “Berlusconi ha una resistenza alle pressioni quasi sovrumana” e “anche ora che è sempre uno charmeur ma ha i suoi anni, quando deve gasare qualcuno ha un magnetismo che ricorda il Senofonte dell’Anabasi”.  Confalonieri vede in Berlusconi il tratto della “fisicità”  preponderante che contraddistingue i grandi leader, da Mussolini a De Gaulle passando per Che Guevara. Magari, è il caso del premier italiano, senza rinunciare a qualche aiutino, non si scandalizza il sodale di una vita.

Ma, secondo Confalonieri, per la presidenza della Repubblica, Berlusconi  forse non è adatto, perché “é fatto per i ruoli operativi”. Una presidenza come quella francese, vissuta alla Sarkozy, quello sarebbe un altro discorso.

Nell’intervista, il presidente di Mediaset ripercorre la sua lunga amicizia con il premier. Confalonieri riconosce che c’é “una convergenza di strategie” e non “un complotto” che lavora contro il governo, costituita “non dai partiti di sinistra che sono messi malissimo ma da una parte dell’establishment”. Per questo motivo, era contrario alla discesa in campo di Berlusconi: “Lui é un genio ma io non sono un pirla e sapevo che ci sarebbe successo tutto questo”.

Confalonieri offre all’intervistatore anche una descrizione sociologica del “berlusconiano”  tipo, mortificato e allontanato dalla politica dall’ideologia catto-comunista. Secondo il presidente di Mediaset, la “rivoluzione di Berlusconi” ha dato un’occasione agli “agnostici della politica”. “Tra loro ci sono quelli che vogliono il Suv e l’orologio firmato, il che non è un male, è un male l’eccesso. E’ un male cedere al vizio capitale dell’avidità e la corruzione va punita”.

Sullo scandalo case Confalonieri spiega: 2Non è una bella cosa. Facessero un mutuo, come tutti… Scajola è un mio amico, non voglio dare giudizi. A Di Pietro, che restituì i soldi in una scatola di cartone, hanno perdonato tutto; ad altri no”.

Sulla lista di anemone invece è più chiaro: “Bisogna distinguere. Se uno ha commissionato dei lavori, e li ha pagati, non c’è niente di male. Se li ha fatti in cambio di favori, è un altro discorso. Ma certo Silvio non ha bisogno di fare soldi con la politica: ne ha già tanti… A Palazzo Grazioli ha fatto fare molti lavori, e ha speso parecchio; anche se non è casa sua, è in affitto dal duca”.

Poi, sulla vendita di Mediaset paventata nel ’98, Confalonieri spiega che in quegli anni il premier voleva liberarsi delle accuse sul conflitto di interessi, che pure, con candore disarmante, riconosce. ”Certo che c’é – prosegue –  Ma ormai è endemico: scegli Berlusconi e prendi tutto.”

Sulla libertà di stampa ha un’idea precisa: “Certo che c’è e chi la nega non fa un favore agli italiani  che, quando si vedono rappresentati dietro al Burundi sull’informazione, gli girano…”.