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Congresso Cgil, fischi a Sacconi Bonanni e Angeletti

di giannattasio |5 Maggio 2010 17:14

Guglielmo Epifani

Fischi dalla Platea del XVI Congresso della Cgil a Rimini: tra i destinatari, non solo le autorità di governo ma anche i rappresentanti dei sindacati stessi. Le proteste più rumorose sono state indirizzate al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, ma anche al leader della Cisl Raffaele Bonanni e al segretario Uil, Luigi Angeletti. Fischi che non hanno risparmiato poi il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.

La platea della Cgil ha quindi rumoreggiato anche alla lettura del nome dell’ex segretario dell’Ugl, Renata Polverini ora governatrice della regione Lazio. Ovazione a scena aperta, invece, per il neogovernatore della Puglia Nichi Vendola. Applausi anche per Antonio Di Pietro, Fausto Bertinotti e Armando Cossutta. «È una strana Cgil quella che riserva una standing ovation a un vecchio democristiano come Scalfaro e fischia i segretari generali di Cisl e Uil soprattutto» ha detto il ministro del Lavoro, Sacconi. «I fischi per me erano scontati ma quelli alla Cisl e alla Uil sono più preoccupanti», spiega il ministro.

Sfida al governo sul lavoro. Placati gli animi, a salire sul palco del XVI congresso della Cgil, a Rimini, è Guglielmo Epifani che sottolinea fin da subito come la priorità di chi guida il Paese per uscire dalla crisi debba essere il lavoro. Epifani annuncia una nuova strategia unitaria con le altre sigle sindacali e dice no alle lacerazioni: Con Cisl e Uil ci sono “divisioni profonde” ma “nel mezzo della crisi, quando si richiede un sindacato che sappia lottare e restare unito nell’interesse superiore dei lavoratori”, serve intraprendere “un percorso che freni la completa lacerazione dei rapporti e dica su quali temi ricostruire un percorso di lavoro comune”.

La Cgil intende lavorare “per riconquistare un modello condiviso” sulla contrattazione. “Se sulla contrattazione si misura la scommessa di ricomposizione della rappresentanza, della sua unificazione, del recupero di un potere di controllo e intervento sulle condizioni concrete del lavoro e della prestazione lavorativa, dagli orari all’ambiente e alla sicurezza, non possiamo restare né subalterni né nell’angolo” dice Epifani.

Scuola e Pa. Scuola e pubblica amministrazione sono i punti chiave dell’intervento del leader Cgil. “possono essere recuperati fino a 400 mila posti di lavoro dalla riapertura del turn over nella scuola, università e Pubblica amministrazione ” sostiene Epifani che di fronte a un’eventuale apertura del governo dà la disponibilità della Cgil ad “armonizzare i rinnovi contrattuali che vanno definiti nei settori pubblici”.

Epifani sfida il governo sul fronte lavoro, proponendo un piano triennale: turn over nella pubblica amministrazione, investimenti nella ricerca da parte di pubblico e privati, green economy, sgravi fiscali e una “flessibilità intelligente” . Con questa ricetta, secondo Epifani si può abbassare la disoccupazione dal 10 per cento di oggi, al 7,5 per cento. Epifani, ringraziando il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per aver respinto alle Camera il ddl lavoro, ha però detto che per la Cgil anche la nuova formulazione della legge è anticostituzionale . Rivolgendosi al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, “impegnato in un ruolo non facile in una fase di turbolenze dei mercati finanziari che tornano a muoversi quasi come prima della crisi» ha invitato il governo a riflettere sul fatto che sindacato e imprese sono concordi su come risolvere la crisi.

Sacconi: “Relazione di Epifani molto deludente”. Per il ministro del lavoro Sacconi quella di Epifani è stata «una relazione molto deludente, che purtroppo conferma la linea della confederazione di isolarsi da tutte le altre parti sociali, di assumere comportamenti più simili a quelli di un partito di opposizione che non di un sindacato portato a negoziare». Per Sacconi, tutte le proproste avanzate da Epifani «comportano uno straordinario incremento di spesa pubblica, basti pensare alla richiesta di 400.000 nuove assunzioni nella pubblica amministrazione, una sorta di via greca al socialismo che ci porterebbe all’instabilità che già la Grecia conosce. È una strana Cgil – continua Sacconi – che osanna Scalfaro e fischia i segretari di Cisl e Uil. Per fortuna c’è un’altra Cgil nelle categorie, nei territori, che poi all’atto pratico è più disponibile alla mediazione».

Per Sacconi, inoltre, «l’indisponibilità nei confronti delle riforme normative purtoppo conferma un vecchio vizio della Cgil, basti ricordare che lo statuto dei lavoratori fu bocciato dalla Cgil che non lo condivise per nulla. Speravo – ha concluso il ministro – che questo potesse essere il congresso di un’apertura soprattuto a Cisl e Uil, non avevo illusioni per quanto riguarda il Governo, francamento non mi sembra che ci sia stata: valuteranno loro, e questo mi dispiace».

Confindustria pronta alle modifiche contrattuali, “senza stravolgimenti”. Il leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, commentando uno dei passaggi della relazione di Epifani ha detto che Confindustria è pronta a delle modifiche sulla riforma del modello contrattuale, ma senza degli «stravolgimenti». «Come Confindustria – ha detto Marcegaglia – non abbiamo mai chiuso la porta alla Cgil. Siamo pronti a dire quali sono le condizioni per ritrovare l’unitarietà. Ma – ha avvertito Marcegaglia – bisogna capire: se si tratta di valutare qualche piccolo cambiamento siamo disponibili, ma non se si tratta di stravolgimenti». Il presidente di Confindustria ha sottolineato che «la proposta di rimuovere il turn over nel pubblico impiego è una proposta che non condividiamo».

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