VARESE – Umberto Bossi arriva al congresso di Varese e dice: “Meno male che alla fine si è trovata una via. Canton non era nel vecchio gruppo di Varese, è come spalancare la finestra per fare entrare aria fresca”. Per lui il nuovo segretario provinciale Maurilio Canton significa aver messo un suo uomo in una città chiave per la Lega. Di più, significa aver rotto con la vecchia gestione, con quelli che ai suoi figli non davano nemmeno la tessera: “Pensate che i miei figli non ottenevano la tessera della Lega. Io li ho allevati per essere leghisti, li portavo con me alle feste. Anche se, per questo, loro hanno avuto gravi difficoltà nella vita”. Il caos di Varese, insomma, lo ha fatto e voluto per loro.
La cronaca è quella di una giornata amara per la Lega di Bossi. Il leader accolto da fischi e urla di “buffoni”. Leghisti che al grido di “qui sembra un Soviet” strappano la tessera. Basta “capi e capetti”, basta “nepotismi”. La Lega così come l’ha disegnata Bossi è in crisi, nuove leve chiedono maggior democrazia. E’ finito così il congresso per il nuovo segretario della Lega di Varese, con un coro di “voto, voto”. C’era una rosa di candidati, l’ormai consueta divisione tra quelli “maroniani” e quelli fedeli al leader, i delegati riuniti in congresso. Nessuna votazione però, in programma c’era “l’acclamazione” di Maurilio Canton, uomo nominato direttamente da Umberto Bossi. Nomina fatta qualche giorno prima, in tempo per far digerire al partito la cosa. Ma la digestione evidentemente s’è intoppata e quel segretario nominato dall’alto scavalcando ogni votazione non è stato digerito.
Voci dal congresso, inusualmente a porte chiuse per telecamere e giornalisti come se la mazzata fosse nell’aria. Mario De Micheli: “È il giorno più brutto da quando sono in Lega”. Un altro delegato: “La tessera, questa volta, la brucio”. Un militante: “In questo congresso c’è qualcosa che non quadra. Questa non è la Lega”. “Mi sento come d’inverno sugli alberi le foglie”, dice Alessandro Vegani storpiando Ungaretti per rendere l’idea di un autunno ben più che avanzato. Stefano Gualandis: “Bossi ha sempre avuto rispetto per la nostra base, oggi purtroppo ha perso l’autorevolezza e governa con l’autorità”, in sala c’è chi dice: “Sembra in Russia, questo è un Soviet”.
L’atmosfera si surriscalda al punto che Canton non ha nemmeno il tempo di pronunciare qualche parola. Il presidente dell’assemblea Andrea Gibelli chiude in fretta: “Per il bene della Lega dichiaro Maurilio Canton segretario…”. Bossi va via, c’è chi lo descrive con uno sguardo molto vicino alle lacrime.
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