A Napoli Consiglio comunale al capolinea: lasciano in 31, scioglimento anticipato

Rosa Russo Iervolino

NAPOLI – Alla fine è stata raggiunta quota 31. Il centrodestra da alcuni giorni stava raccogliendo dimissioni di consiglieri per ottenere lo scioglimento anticipato dell’assemblea municipale di Napoli: un obiettivo politico, più che sostanziale (il mandato del sindaco Iervolino sarebbe scaduto comunque tra poche settimane), per evidenziare quello che viene definito ”totale fallimento dell’ amministrazione di centrosinistra”. Oggi, con l’adesione degli ultimi ”indecisi”, i dimissionari sono diventati 31 su 61 (60 consiglieri più il sindaco), dando così il via all’iter per il commissariamento di palazzo San Giacomo.

Esulta il centrodestra, che parla di ”città liberata” ed auspica che il commissario prefettizio possa mettere sotto il microscopio gli ultimi bilanci del Comune. ”E’ stato un grande successo. Non hanno creduto alla nostra iniziativa e abbiamo colpito un atto di arroganza politica. Ora potremo conoscere anche la reale situazione delle casse comunali, non vorremmo doverci trovare con lo stesso disastro trovato da Caldoro alla Regione”, dice il capogruppo del Pdl Carlo Lamura.

Per il commissario provinciale del Pd, Andrea Orlando, si tratta invece di una ”iniziativa incomprensibile che sacrifica in nome della propaganda le esigenze della città: è uno spot che pagheranno i napoletani. Se l’obiettivo non fosse stato politico, avrebbero preso questa iniziativa mesi fa, invece l’obiettivo è una foto da agitare in campagna elettorale. Ma questa foto costerà il blocco dei progetti in corso, la rinuncia ad opere pubbliche, una paralisi istituzionale che non ha spiegazioni”.

Dello stesso avviso il presidente dell’Anci Sergio Chiamparino, oggi a Napoli per la presentazione del suo libro: ”Non cambia molto, è stata una prova di forza a fini propagandistici del centrodestra”. A far toccare quota 31 hanno contribuito vari ex esponenti della maggioranza, che in momenti diversi si erano allontanati dal centrosinistra. Le ultime adesioni all’elenco dei dimissionari, in ordine di tempo, sono state quelle del consigliere Roberto De Masi, un lungo passato nello Sdi, oggi nelle file del Fli (”Abbiamo deciso di non far mancare il nostro contributo determinante per mettere fine alla negativa esperienza del centrosinistra”, dice il coordinatore regionale dei finiani Enzo Rivellini) e di Carmine Simeone, politico di lunghissimo corso, un passato da assessore nel Psdi, eletto cinque anni fa con il Pd da cui era uscito nel 2009.

La loro decisione è stata presa dopo la presentazione, oggi in Consiglio, di una mozione di sfiducia al sindaco, che sarebbe stata discussa in aula tra una decina di giorni. La mozione aveva gia’ 31 firme (comprese quelle di De Masi e Simeone) quindi il Pdl ha chiesto in aula le dimissioni della Iervolino, ”come atto di responsabilità”, ma l’interessata ha risposto che lasciare sarebbe stato ”una comoda via di fuga: se la mozione sarà approvata andrò via, altrimenti considero mio dovere rimanere fino all’ultimo giorno”.

In realta’ la situazione è precipitata nel giro di poche ore, segnando la conclusione anticipata dell’esperienza di due mandati, per complessivi dieci anni, del sindaco Rosa Iervolino, 74 anni, ex ministro degli Interni, degli Affari sociali e della Pubblica istruzione, personalità di spicco prima della Dc, poi del Partito popolare e infine del Pd.

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