ROMA – Tenere il governo al riparo dalle fibrillazioni. Questo l’obiettivo del premier Paolo Gentiloni dopo il terremoto dell’inchiesta Consip che ha visto tra gli indagati Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo, Carlo Russo, Alfredo Romeo e che ha portato nella bufera anche il ministro dello Sport Luca Lotti. Se il Movimento 5 stelle chiede la sfiducia per Lotti, attaccato su più fronti dalle forze politiche, il premier Gentiloni gli esprime la sua vicinanza e chiede il serramento delle fila per evitare ripercussioni sull’attuale governo.
Il premier il 4 marzo sarà a Catania per incontrare i sindaci della città metropolitana e le altre istituzioni e per visitare lo stabilimento Enel, mentre a Roma e Firenze nella giornata di venerdì Tiziano Renzi e Russo sono stati interrogati. Gentiloni prosegue con i suoi impegni e cerca di mantenere a bada le turbolenze, ma nello stesso Consiglio dei ministri l’aria che si respira è tesa tra Andrea Orlando e Angelino Alfano.
Il governo fa quadrato intorno a Lotti ed esprime solidarietà, mentre la richiesta di M5s e Si al governo di riferire in Aula non è ancora stata accolta. A rompere il fronte a difesa di Lotti è Gianni Cuperlo, che durante la trasmissione Piazzapulita su La7 lo invita a fare “un passo di lato” e poi chiama in causa Matteo Renzi, chiedendogli di intervenire perché
“il fatto che siano coinvolti Tiziano Renzi e uno dei ministri di punta pone interrogativi e problemi, e li pone allo stesso Renzi. Comprendo il tratto umano della vicenda, un figlio che dichiara, perché pienamente convinto, l’estraneità del genitore, però Matteo Renzi per primo non interviene con chiarezza nella sua veste di leader politico. Dall’inchiesta Consip emerge uno scenario inquietante, una situazione che fa riflettere rispetto a opacità, inquinamentisu realtà che avrebbero dovuto essere esenti da questo. Parliamo di Consip, che è stata pensata non solo per avere risparmi di spese ma per garantire trasparenza nelle procedure di appalto”.
A difendere Lotti in tv c’era Emanuele Fiano, il dirigente appena inviato a Napoli a fare chiarezza sul tesseramenti, che ha detto:
“Io non abbandonerò mai la cultura garantista. Pensavo di avere visto tutto, ma vedere stasera una persona di solito misurata come Gianni Cuperlo usare lo sciacallaggio nei confronti di Luca Lotti, che è totalmente innocente fino a prova contraria, dà la misura di a che punto si possa arrivare. Abbiamo sempre combattuto la cultura giustizialista. Io non cambio opinione”.
Una parola, sciacallaggio, per cui poi Fiano si è scusato sui social network. Intanto Giovanni Toti di Forza Italia ha dichiarato che “le mozioni di sfiducia non sono mai state la mia passione”, lasciando intendere che non si accaniranno contro Lotti, mentre Michele Emiliano a Corriere.tv ha detto:
“Io non mi sarei mai trovato nella posizione di Lotti, bisogna evitare di trovarvisi. Se accade occorre prendere delle decisioni”.
A chiederne la sfiducia e le dimissioni restano dunque parte del Pd, Sinistra Italiana e il Movimento 5 stelle.