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Direzione Pd vota sì: carta bianca a Napolitano sul governo. Bersani si dimette in diretta

di Redazione Blitz |11 Febbraio 2023 21:02

ROMA – La direzione del Pd ha votato e approvato il sostegno al tentativo di Napolitano di formare un governo di larghe intese.

I vertici del Partito democratico hanno votato per alzata di mano su un documento presentato dal vicesegretario Enrico Letta: “Pieno sostegno al tentativo del presidente Napolitano di dar vita ad un governo, secondo le linee del discorso di insediamento pronunciato alle Camere”. Il sostegno al tentativo di Napolitano deve avvenire, dice il documento, “mettendo a disposizione la propria forza parlamentare e le proprie personalità”.

Il documento è stato approvato dalla direzione con 14 astensioni (fra i quali Rosy Bindi e Pippo Civati) e 7 voti contrari.

Alle consultazioni per la formazione del nuovo governo la delegazione del Pd sarà formata da Enrico Letta, Luigi Zanda e Roberto Speranza. Lo ha annunciato nella riunione della direzione del Pd il segretario Pier Luigi Bersani, comunicando in diretta streaming le sue dimissioni.

Da Napolitano andranno quindi il vicesegretario (Letta), il capogruppo al Senato (Zanda) e il capogruppo alla Camera (Speranza), come era già successo il 29 marzo 2013.

Uscendo dalla direzione, Matteo Renzi ha dichiarato che il Pd non farà nessun nome a Napolitano: “Non c’è nessuna ipotesi di candidatura che venga avanzata da noi, c’è una disponibilità da parte del centrosinistra ad aderire all’appello di Napolitano”. “Non tiriamo in mezzo Napolitano” ha aggiunto ribadendo: “La mia è la candidatura più sorprendente e meno probabile”.

L’intervento di Bersani: le dimissioni, le critiche al partito e ai personalismi. “Si può dire che le elezioni le abbiamo vinte o no ma alla prima prova non abbiamo retto e se non rimuoviamo il problema rischiamo di non reggere nelle prossime settimane e mesi. Insieme a difetti di anarchismo e di feudalizzazione si è palesato un problema grave di perdita di autonomia. Non si pensi che quanto successo sia episodio, c’è qualcosa di strutturale”.

“Io ci credo, ho fiducia nel Pd e dopo 4 anni qualche idea me la sono fatta, aspetto di poterne discutere liberamente, fraternamente in un confronto che non tocchi tanto la linea politica ma una profonda riforma del partito. Le mie dimissioni, sono convinto, sono utili al partito per guardare in faccia il problema senza occultarlo illusoriamente”. “Il partito non è in abbandono, la direzione è operativa, i gruppi parlamentari anche, il vicesegretario e il tesoriere in pienezza di potere”.

“Come si fa a dire che noi andiamo verso un presidenzialismo alla francese quando i nostri dirigenti non conoscono più la differenza tra dimensione politica, istituzionale e di governo? Dove pensate che andiamo così? Verso il presidenzialismo alla francese? Vogliamo scherzare, no andiamo verso il Sud America”: è lo sfogo di Bersani contro lo “scivolamento” del Pd “non verso un soggetto politico ma verso uno spazio politico”.  La direzione ha applaudito il segretario uscente dopo il suo discorso d’addio in cui ha confermato le sue dimissioni, criticando una deriva personalistica del partito ma invitando a credere nel Partito Democratico.

L’intervento di Franco Marini: “Nonostante quanto successo, non sono stato sfiorato dall’idea che ho fallito 25 anni fa nell’impresa di costruire il Pd” (25 anni fa era il 1988, ndr). Bersani ha detto, a chiudere l’intervento di Marini: “Che non potesse essere un presidente della Repubblica non mi convincerete mai, dite quello che volete…”.

Pippo Civati si era prenotato ma non ha fatto in tempo ad intervenire. Il testo del suo intervento mancato lo ha pubblicato sul suo blog.

Ressa davanti alla sede del partito prima della direzione. È spuntato anche un cartello con la scritta “Mai con Berlusconi”, mentre nella via rimangono intrappolate alcune automobili che suonano il clacson. Nella folla dei curiosi si aggira anche un uomo di mezza età che sbraita contro la sede del Pd e mostra il braccio con un vistoso tatuaggio della testa del duce. A fatica gli esponenti della Direzione cercano di entrare nella sede. Pier Luigi Bersani comunque è entrato da un ingresso laterale.

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