Consultazioni, Salvini apre a Draghi: “Siamo a disposizione. Governo tecnico? Rispetto le sue scelte”

Consultazioni, Matteo Salvini incontra Mario Draghi e annuncia: “Non abbiamo posto condizioni, siamo a disposizione. La nostra idea di Italia coincide in gran parte con quella di Draghi. Governo tecnico? Rispetto le sue scelte”. 

Consultazioni, Salvini da Draghi

E’ un Matteo Salvini conciliante quello uscito dal colloquio con il premier incaricato Mario Draghi: “Noi non poniamo condizioni – ha detto il leader della Lega -. Noi siamo a disposizione, siamo la prima forza politica del Paese, siamo una forza che dove governa lo fa con ottimi risultati a differenza di altri crediamo non si può andare avanti a colpi di no”.

Ci devono essere alcuni obiettivo condivisi, ciascuno deve rinunciare ad un pezzo di priorità per fare un tratto di strada che, non sarà lungo, insieme. Sull’immigrazione l’Ue ci chiede di difendere le frontiere non penso dunque che sia questo un tema divisivo”.

Salvini e Draghi: temi sviluppo economico e crisi

“E’ stata mezzora di confronto interessante e stimolante sui temi concreti sull’idea dell’Italia che per diversi aspetti coincide”, ha detto Salvini al termine delle consultazioni con Draghi citando temi come “sviluppo, imprese, crescita imprese e cantieri di cui ha bisogno Italia per ripartire”, ha detto Salvini. 

“Credo sia fondamentale per ridare lavoro, ad esempio dalla Tav al ponte sullo Stretto, dal Brennero alla Pedemontana fino a sviluppo dei porti. Su questo penso ci sia una sensibilità comune: su sviluppo cantieri lavoro e imprese, coimpatibilmente con l’ambiente”, ha aggiunto il leader della Lega. 

Salvini da Draghi: tema tasse

“Nessuna tassa, semmai una pace fiscale per aiutare i cittadini. Molto tempo lo abbiamo impiegato sullo sviluppo e crescita”, ha detto Salvini sul tema tasse. E poi ha aggiunto: “Ci piacerebbe che l’Italia con tutte le cautele del caso tornasse a riaprire negozi, bar, palestre, teatri, impianti sportivi. Una chiusura ad oltranza porta ad un disagio”.  

Salvini da Draghi: tema sanità

“Piena disponibilità a lavorare e collaborare senza i ritardi e gli scivoloni e manchevolezze che abbiamo vissuto e che riguardano la sanità italiana – ha detto Salvini dopo il colloquio con Draghi -. La salute non riguarda i partiti. Invece di spendere euro per capannoni nel deserto aiutiamo ospedali e protezione civile”.

“Un’ultima riflessione fatta da Draghi e da noi condivisa è sulla necessità di tornare a vivere, a vivere, dopo questi mesi di chiusura, di Dpcm, di paure, distanze che hanno portato ad alienazione, depressione e uso di droghe e un aumento della povertà. Sia il governo della ripartenza e della rinascita”.

Salvini da Draghi: la politica estera e i rapporti con l’Europa

“Abbiamo ribadito l’importanza dell’amicizia con gli Stati Uniti, con Israele e a mantenere buone relazioni con tutti i paesi democratici”. 

“Noi siamo in Europa, i nostri figli crescono in Europa ma se c’è da difendere gli interessi dell’Italia in tutti i settori lo facciamo. Noi vogliamo far parte di un governo che difenda a Bruxelles a testa alta anche gli interessi dell’Italia”.  

L’ipotesi del governo tecnico

“Rispettiamo le scelte di Draghi e aspettiamo di conoscere le sue idee, non mi metto a chiedere a priori se intenda fare un governo tecnico o politico o se ci sia tizio o caio. Lascio a lui queste valutazioni per allestire una squadra o come si possa recuperare un ministro. Sarà lui a decidere”, ha detto Salvini dopo il colloquio con il premier incaricato Draghi. 

“Sull’idea di squadra non siamo noi a chiedere, non abbiamo chiesto posti, lasciamo a Draghi decidere come organizzare la squadra. Semplicemente essendo il primo partito, non accettiamo che altri dicano: ‘Loro no!’ perché significa dire no all’Italia, specie sentirselo dire da chi ha il 2%. Comunque credo che Draghi saprà amalgamare e coinvolgere tutti”.

La durata della legislatura

“La mia priorità è la ripartenza economica. Il mio orizzonte è quello di prevenire un disastro sociale. La durata? Non sappiamo se nasce non commento qualcosa che non è nato non sarebbe rispettoso. Non faremo di tutto per farlo nascere con buoni auspici altrimenti osserveremo da fuori”.

“Per me è una sfida ipotizzare un governo con chi mi ha mandato a processo, in questo caso farei un tratto di strada per il bene del Paese con chi mi ha mandato a processo, questo è. Ma vado oltre l’interesse personale e di partito. E’ chiaro che, se sarà, sarà un esperimento breve e limitato nel tempo e di carattere eccezionale”, ha detto Matteo Salvini dopo le consultazioni, senza specificare esattamente a quanto tempo si riferisca.  

 “La Lega non sarà per il forse, se sarà sì sarà un sì convinto e saremo partecipi, non alla finestra. Se non ci saranno le condizioni, allora sarà un giudizio diverso. Ma io penso che stiamo dimostrando lealtà e serietà”, ha detto il leader della Lega.

E poi: “Noi ci siamo seduti e per rispetto di Draghi non ci siamo permessi di porre veti o condizioni a persone. Abbiamo ovviamente un’idea di Italia. Per noi non è semplice, io dico ragioniamo e potrei avere di fianco a me uno di quelli che mi hanno mandato a processo. Per me sarebbe impegnativo stare in maggioranza con queste persone ma questo è sufficiente per dire no a quello che serve al Paese? No. Qualcuno per interesse personale alle elezioni non ci va, è terrorizzato dalle urne, io preferisco esserci e controllare. Preferisco essere nella stanza dove si decide piuttosto che stare dove si assiste ad esempio nella stanza dove si deciderà come spendere i 209 miliardi del recovery”.

Salvini e il centrodestra

“Per me l’unità del centrodestra era ed è un valore: in un momento eccezionale – fatta salva la differenza di uomini e di tempi – quando nel dopoguerra governavano tutti insieme per ricostruire il Paese, da De Gasperi a Togliatti da Nenni ad Amendola agli azionisti. Questo è un momento di ripartenza, rinascita, di concordia”, ha detto Salvini rispondendo a una domanda sulla sorte del centrodestra unito se la Lega entrerà nel governo Draghi, fuori da Montecitorio.

E ha aggiunto: “Votano 1.300 Comuni in primavera, i cittadini sceglieranno i sindaci a Roma, Milano, Bologna, Torino, Napoli, Trieste e lì saremo uniti”, ricordando che nel weekend la Lega sarà a Roma in 50 piazze per “ascoltare i cittadini e per fare le nostre proposte, perché Roma torni a essere orgogliosamente capitale di questo Paese”.  

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