Conte II incassa fiducia anche al Senato: 169 sì, 2 in meno del governo Lega-M5s

di Daniela Lauria
Pubblicato il 10 Settembre 2019 - 19:20| Aggiornato il 11 Settembre 2019 OLTRE 6 MESI FA
Conte II incassa fiducia anche al Senato: 169 sì, 2 in meno del governo Lega-M5s

Giuseppe Conte alla prova della fiducia in Senato (Foto Ansa)

ROMA – Dopo la Camera anche il Senato accorda la fiducia al governo Conte II con 169 sì, 133 no e 5 astenuti. Due voti in meno rispetto a quelli ottenuti 14 mesi fa dal primo esecutivo sostenuto da M5s e Lega.

Ha anno votato a favore della fiducia M5s, Pd e Leu. Al di fuori del perimetro della maggioranza di governo, hanno votato sì, tra gli altri, tre senatori a vita (Monti, Cattaneo e Segre), due senatori del Maie, alcuni senatori ex M5s ora iscritti al Misto, alcuni senatori del gruppo Autonomie (altri si sono astenuti). Si sono astenuti in dissenso dai rispettivi gruppi il Pd Matteo Richetti e il pentastellato Gianluigi Paragone. Contrari Lega, FdI, Forza Italia. 

Pochi i senatori presenti al momento della proclamazione del voto di fiducia, che hanno accolto il risultato con un applauso. Il premier Conte, come già aveva fatto ieri alla Camera, ha atteso l’esito del voto in Aula, seduto ai banchi del governo con al fianco il Guardasigilli Alfonso Bonafede: i due si sono abbracciati.

Anche oggi, come ieri, è stata una giornata di tensioni in Aula, con uno scontro diretto tra il premier Giuseppe Conte e il leader della Lega Matteo Salvini, suo ex vice che lo ha attaccato parlando di lui come di un “nuovo Monti” e “l’uomo che sussurrava alla Merkel”.

Una disfida, quella con l’avvocato, che a tratti sembrava riecheggiare gli scontri di agosto. Conte, infatti, ha risposto a tono, colpo su colpo: “Assegnare ad altri le proprie colpe è il percorso più lineare per essere deresponsabilizzati a vita, un modo certo, non il migliore, per salvare la propria leadership”.

Il premier è poi tornato su quella richiesta di “pieni poteri” che tante critiche era stata in grado di suscitare e sul passaggio da “amici” a “nemici”: “Con una certa arroganza una forza politica unilateralmente ha deciso di portare l’Italia alle elezioni, di volerci arrivare da ministro dell’Interno e sempre unilateralmente e arbitrariamente di concentrare definitivamente nelle proprie mani tutti i poteri: pieni poteri. Se questo era lo schema, l’obiettivo e il progetto è comprensibile che chiunque lo abbia ostacolato, tutti coloro che lo hanno ostacolato per senso di responsabilità e nel rispetto della Costituzione, che tutti costoro siano diventati nemici”.

“Poi con calma – ha aggiunto – nelle prossime settimane spiegherete al Paese cosa ci sia di dignitoso in tutti i repentini voltafaccia che ci sono stati in poche settimane”.  “Senza onore!”.

Così alcuni senatori leghisti hanno urlato interrompendo più volte la replica del presidente del Consiglio, che ha sottolineato la decisione presa dalla Lega “unilateralmente” l’8 agosto di avviare la crisi di governo. Sono seguiti cori: “Dignità, dignità!”, scanditi battendo le mani sui banchi.

Ma Salvini ne ha avute anche per gli esponenti del Movimento 5 Stelle, accusandoli di non aver voluto dare la parola agli elettori per timore dei risultati: “Io stasera parlerò con i miei figli a testa alta. Con una poltrona in meno, ma con tanta dignità in più. L’unica paura è quella del voto. Noi rispondiamo con il sorriso, amando i nostri avversari e i nostri nemici”. E non dimentica la questione giustizia, la cui riforma è stata oggetto di tensione con il guardasigilli Alfonso Bonafede: “Speriamo che non si arrivi ad una repubblica giudiziaria”. 

L’attenzione del leader della Lega, del resto, è già rivolta alle prossime elezioni regionali che si svolgeranno nei prossimi mesi dove “la liberazione dal Pd potrà diventare realtà”. Un partito, quello guidato da Nicola Zingaretti, attaccato ancora attraverso quello che nelle ultime settimane è diventato un vero mantra: “Dove c’è profumo di poltrone c’è il Pd”.

Per Salvini l’obiettivo del nuovo governo giallorosso è chiaro e si smarca da quello del partito uscito vincitore dalle ultime elezioni europee: “Per voi l’importante è fermare la Lega, per noi far ripartire l’Italia”. E anticipa: “Faremo una sana opposizione ma porteremo anche delle proposte”.

Fonte: Ansa