Conte chiude alla Lega: “Stagione non si riaprirà”. Scaccia Salvini da M5s e rassicura il Pd?

Giuseppe Conte a Biarritz
Il premier Giuseppe Conte arrivato al G7 di Biarritz (Foto ANSA)

ROMA – “La stagione con la Lega è chiusa e non si riaprirà”. Il premier dimissionario Giuseppe Conte sembra lanciare un nuovo messaggio a Matteo Salvini e al tempo stesso dare al Pd quelle rassicurazioni che stentano ad arrivare da M5s. A chi gli chiede di un Conte bis, una volta arrivato al G7 di Biarritz in Francia, il premier dice: “Non è una questione di persone ma di programmi”.

Dopo aver pubblicamente bacchettato Matteo Salvini in Senato, riprendendolo anche con parole forti per la sua richiesta di “pieni poteri” ed essersi detto preoccupato dalle derive autoritarie del vicepremier e ministro leghista, Conte ha mantenuto la sua parola. E’ salito al Colle e si è dimesso, chiudendo la sua esperienza al governo.

Le consultazioni veloci hanno portato a una trattativa tra M5s e Pd per creare una nuova maggioranza, come chiesto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma non si tratta di una strada semplice. Il capo dello Stato ha chiesto ai due partiti di trovare una intesa in tempi brevi, con la scadenza fissata al 27 agosto quando darà il via da altre consultazioni.

Intanto la Lega cerca di rientrare nelle grazie dei Cinque stelle, con un “pentito” Salvini che si appiglia alle aperture di esponenti del Movimento come Alessandro Di Battista o Gianluigi Paragone. Ma a dettare la linea di condotta è il leader M5s Luigi Di Maio, che ha aperto le porte della trattativa di un governo di maggioranza al Pd di Nicola Zingaretti, se e solo se ci sarà un accordo sui punti del programma al movimento più cari.

A far affievolire le speranze di Salvini di un ritrovato governo giallo-verde però è anche il premier dimissionario, caro a M5s, che mentre la dietrologia politica e il grido all’inciucio impazza, una volta arrivato al G7 di Biarritz dice ai giornalisti: “Quella con la Lega è un’esperienza politica che io non rinnego ma è una stagione politica chiusa che non si potrà riaprire più per quanto mi riguarda”.

Conte ha poi aggiunto: “Io non credo che sia una questione di persone ma di programmi: posso augurarmi per il bene del Paese che i leader che stanno lavorando per dare prospettive all’Italia lo facciano intensamente e bene. Alcuni temi li ho espressi al Senato”.

Ai giornalisti che gli chiedono di un “Conte bis”, ipotesi che il Pd non sarebbe pronto ad accettare, il premier in carica risponde: “L’Italia ha bisogno di un grande progetto riformatore, i nomi e le persone sono secondari”.

Conte ha poi sottolineato che “avendo maturato un’esperienza diretta di governo, credo di poter indicare quali siano i temi, e quali siano le soluzioni di cui il Paese ha bisogno. Abbiamo detto dell’economia circolare, abbiamo detto che dobbiamo lavorare per riformare il Paese e disegnarlo oggi come lo vogliamo fra qualche decennio. Lo costruiamo oggi: piano di investimenti molto più robusto, dobbiamo lavorare per rendere il Paese sempre meno permeabile alla corruzione. Un grande progetto riformatore, è questo quello di cui ha bisogno il Paese”.

Le reazioni dal Pd alle parole di Conte sono state decisamente positive, come ha commentato Andrea Marcucci: “Aiutano a fare chiarezza. Bene che l’esperienza con la Lega sia finita e non ripetibile. Accolgo il suo invito a lavorare ad un progetto riformatore e a non fermarsi sui nomi”.

Diversa la reazione della Lega, riferisce l’ANSA, con fonti vicine a Salvini che hanno commentato: “Lo stesso Conte che per un anno ci ha aiutato a fermare i barconi e a chiudere i porti, in una settimana passa dalla Lega al PD? Che tristezza”.

Salvini dunque continua a sperare che le trattative tra M5s e Pd finiscano, implorando Di Maio di una seconda occasione dopo la crisi di governo che ha generato. Intanto i Cinque stelle trattano coi democratici e parlano di apertura, ma provano ad alzare la posta per poter portare a casa un programma che sia il più possibile ai propri impegni di governo.

Se proprio gli esponenti del Pd, dal più ottimista Marcucci al più cauto Andrea Orlando, chiedevano una conferma che il tavolo di un accordo fosse aperto solo per un governo “giallo-rosso”, la risposta continua a non arrivare direttamente da M5s, ma il diktat di Conte su un “giallo-verde bis” fa pensare che ormai per i Cinque stelle e soprattutto per Di Maio il rapporto di fiducia con Salvini sia definitivamente incrinato. 

Domenica 25 agosto la delegazione del Pd si incontrerà dalle 15 con Nicola Zingaretti per discutere i dettagli del possibile accordo. Ma per poter mettere la parola fine a questa trattativa bisognerà attendere il 27 agosto, quando inizieranno le consultazioni con il presidente Mattarella. Poi altre 48 ore: o nascerà il governo M5s-Pd, o le camere saranno sciolte. A meno di un colpo di scena di un ritorno di fiamma giallo-verde. (Fonte ANSA)

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