Conte, conflitto di interessi? Lega deposita in Senato interrogazione sui suoi rapporti con Alpa

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Ottobre 2019 - 15:20 OLTRE 6 MESI FA
Conte, conflitto di interessi? Lega deposita in Senato interrogazione sui suoi rapporti con Alpa

La targa dello Studio Legale Alpa, con i nomi di Guido Alpa e Giuseppe Conte in bella vista pubblicata in esclusiva su Blitz

ROMA – Un “passato da nascondere”, “ombre e omissioni”, presunti “conflitti di interesse”. Per giorni il leader della Lega Matteo Salvini ha inanellato insinuazioni e dichiarazioni sibilline sul premier Giuseppe Conte. E ora è arrivato l’attacco finale:  un’interrogazione parlamentare della Lega che fa riferimento ai rapporti di Conte con l’avvocato Guido Alpa. Rapporti di cui avevamo parlato anche qui, su Blitz Quotidiano.

L’interrogazione, a firma di Lucia Borgonzoni, è stata depositata oggi in Senato e Dagospia ne pubblica in anteprima il testo. “Il Presidente del Consiglio – si legge nel quesito – nell’escludere che il Prof. Avv. Alpa fosse in una condizione di incompatibilità con il candidato Conte (a un concorso per una cattedra all’Università di Campania “L. Vanvitelli, ndr), ha più volte sostenuto pubblicamente la sua totale autonomia e l’inesistenza di alcun rapporto di interdipendenza economica con il Prof. Avv. Alpa”.

Ecco il testo dell’interrogazione a risposta scritta:

“Premesso che: secondo quanto si legge sul sito del Miur, nel 2002, il Prof. Avv. Giuseppe Conte, attuale Presidente del Consiglio, ha conseguito l’idoneità a professore ordinario di Diritto privato in un concorso a cattedra bandito dalla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Campania “L. Vanvitelli”, la cui commissione giudicatrice vedeva al suo interno il Professor Guido Alpa; nel corso dello stesso anno, il Prof. Conte “ha aperto con il prof. avv. Guido Alpa un nuovo studio legale dedicandosi al diritto civile, al diritto societario e fallimentare”, secondo quanto si legge testualmente nel curriculum vitae inviato alla Camera dei Deputati nel 2003, per la candidatura alle elezioni a componente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa”.

“Di fronte all’inchiesta pubblicata in data 6 e 7 ottobre 2018 da La Repubblica in cui si legge che il Presidente del Consiglio sarebbe stato promosso dal maestro e socio di studio Prof. Alpa, con il quale lavorava e aveva rapporti d’affari, e che lo stesso, pochi mesi dopo, fu il suo commissario esaminatore, il Prof. Conte ha risposto con una lunga lettera al Direttore della testata in oggetto replicando innanzitutto che “sul piano accademico” il suo maestro sia stato il Prof. Giovanni Battista Ferri; in merito alla loro presunta associazione nello stesso studio legale, il Presidente del Consiglio scrive: “A differenza di quanto riportato, io e il prof. Alpa non abbiamo mai avuto uno studio professionale associato né mai abbiamo costituito un’associazione tra professionisti. Mentre a Roma siamo stati “coinquilini” utilizzando una segreteria comune, che serviva anche altri studi professionali, tutti collocati nello stesso stabile, come spesso avviene nel mondo professionale, dove è frequente che diversi professionisti si ritrovino a condividere un medesimo indirizzo professionale, anche solo per economia organizzativa, mantenendo tuttavia distinte le rispettive attività professionali”.

“Riguardo, invece, l’accusa di aver avuto rapporti in affari nell’incarico del 2002 per il patrocinio del Garante privacy contro la Rai, già sessanta giorni prima dello svolgimento del concorso, il Prof. Conte replica: “Verissimo. […] Quale sarebbe la ragione di questa incompatibilità visto che sia io che Alpa abbiamo svolto la nostra attività quali professionisti autonomi e fatturato al nostro cliente ciascuno per proprio conto?”, prosegue ancora l’interrogazione della Lega.

La Lega chiede quindi di sapere “se il Presidente del Consiglio può escludere che esistano progetti di parcella firmati da entrambi e su carta cointestata riferiti ai patrocini prestati al Garante per la protezione dei dati personali; se, in caso contrario, come ciò possa conciliarsi con la più volte ribadita autonomia e se reputi opportuno che un Presidente del Consiglio, nell’escludere un conflitto, ricostruisca i fatti omettendo di esplicitare elementi decisivi”.

Fonte: Dagospia