ROMA – Giuseppe Conte, accettato con riserva (è la formula di rito) l’incarico per formare un nuovo governo dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha annunciato un governo tutto politico, nel segno della novità.
“Questo è il momento del coraggio”
Un colpo al cerchio M5S sulla lotta alla corruzione, uno alla botte di sinistra, “una giustizia più equa ed efficiente dove le tasse le paghino tutti, ma proprio tutti, ma le paghino meno”.
Ma quello che persegue è un “progetto politico”, l’ambizione un governo di legislatura non la stampella occasionale di un esecutivo di galleggiamento.
Liquidato Salvini: “Non sarà un governo contro”
“Non sarà un governo ‘contro’ ma un governo per modernizzare il Paese e per i cittadini. Realizzerò un governo nel segno della novità è quello che richiedono anche le forze politiche”, ha affermato il premier incaricato. Conte ha parlato di “stagione riformatrice, di rilancio, di speranze, che offra al paese certezze”.
Collocazione atlantica e rilancio in Europa
Priorità alla manovra di bilancio, con la necessità di procedere speditamente alla formazione del governo per le criticità legate alla congiuntura economica. Quindi rilancio dell’azione del governo in ambito Ue e nel segno dell’atlantismo come collocazione strategica dell’Italia. “Siamo agli albori di una nuova legislatura Ue e dobbiamo recuperare il tempo perduto per consentire all’Italia il ruolo da protagonista che merita. Il Paese ha l’esigenza di procedere speditamente”.
Ma la strada è lunga: che fine fa Di Maio?
Il percorso per arrivare alla definizione della squadra di governo appare accidentato e irto di ostacoli: già dallo scioglimento del nodo vicepremier se ne capirà il profilo con i due contraenti impegnati a ottenere il massimo senza dar l’idea di tenerci troppo. Che fine farà Di Maio, o meglio, dove arriverà il suo annunciato ridimensionamento (nel segno della discontinuità per i dem, lo scotto per il crollo dei consensi sul piano interno)?
Va bene Conte, sul quale il Movimento ha posto il suo “aut aut”, ma deve essere chiaro che è esponente del M5s e va affiancato da un vicepremier Pd. L’azione del governo deve poggiare su un programma che abbia una “visione condivisa” e un messaggio di fondo contro “la paura”.
Niente Di Maio vicepremier: è una questione di forma ma soprattutto di sostanza, dicono dal Pd (giurando che il veto non è sul nome). Solo così si può dare al governo la speranza di durare un’intera legislatura. E magari porre le basi politiche per strappare il M5s all’abbraccio del sovranismo, magari ponendo le basi per “alleanze” anche nelle urne a partire dalle Regioni in cui si voterà a breve, come l’Umbria e l’Emilia Romagna.
Le consultazioni di Conte per la formazione di un nuovo governo si terranno a Montecitorio. Conte incontrerà le delegazioni, forse già da oggi, nella Sala Busti. Le dichiarazioni alla stampa si dovrebbero tenere nella Sala della Regina. (fonte Ansa)