ROMA – La “crisetta” (Rosato, Italia Viva) minaccia di deflagrare in crisi di governo conclamata. E mette a rischio non solo la sopravvivenza del Conte bis, ma dell’intera legislatura. Se cade Conte ci sono solo le elezioni. E’ la linea Mattarella, contattato telefonicamente ieri dal premier. Se tutto precipita il presidente della Repubblica è pronto a sciogliere le Camere, non sosterrebbe ennesimi tentativi. Ma non subito, fino all’autunno non ci sarebbero i tempi tecnici.
A fine marzo c’è il referendum confermativo del taglio dei parlamentari, quindi si dovrà procedere alla ridefinizione dei collegi elettorali per adattarli ai nuovi numeri. Prima dell’autunno non si può.
Non per questo Mattarella assisterebbe passivo allo scorrere degli eventi. E l’evocazione di una truppa di “responsabili” in sostituzione dei renziani al Senato non va nella direzione auspicata dal presidente, e cioè un governo autorevole e coeso in grado di portare a termine la legislatura.
Altre avventure non le contempla. Mattarella pretende tempi più stretti, gli aggiustamenti tecnici non possono essere l’alibi per evitare che gli italiani scelgano un altro Parlamento.
“Proprio perché l’ ostacolo non può esistere – segnala Marco Conti sul Messaggero -, qualora il Parlamento dovesse sancire l’ impossibilità di mettere insieme nuove maggioranze, al Quirinale da tempo si è cominciato a ragionare sul possibile sbocco che possa permettere di accorciare il più possibile i tempi dell’ entrata a regime della riforma”. (fonti Il Messaggero, Corriere della Sera)