ROMA – Giuseppe Conte alle 20.10 del 20 agosto inizia la sua replica a Matteo Salvini, dopo il durissimo scontro che i due hanno avuto in Senato qualche ora prima. Il governo è finito, il premier Conte è pronto saluta l’Aula: “Mi assumo io il coraggio che manca a Salvini”.
Un saluto in cui ha rivendicato l’operato del suo governo, dall’immigrazione al decreto sicurezza bis, per poi recarsi al Quirinale, dove rassegnerà le sue dimissioni al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E la Lega ritira la mozione di sfiducia, con Salvini che non ha intenzione di dimettersi da ministro dell’Interno, anzi ribadisce di voler rimanere ben saldo al suo posto.
Dieci minuti, forse dodici, tanto è durato l’incontro tra Conte e Mattarella. Il capo dello Stato ha accettato le sue dimissioni, il governo è finito e il premier resterà in carica per il disbrigo degli affari correnti e di ordinaria amministrazione. Mattarella dovrà quindi effettuare le consultazioni velocemente per verificare l’esistenza di una nuova maggioranza già nel pomeriggio del 21 agosto a partire dalle 16.
Conte rivendica l’operato del governo
Conte replica a Salvini e lo fa su un tema ben preciso: l’immigrazione. Il premier ha dichiarato: “Date atto che questo governo ha affrontato il problema dell’immigrazione nella sua completezza. Sui migranti non rinnego nulla, mi prendo la piena responsabilità dell’azione di governo”.
Parlando poi del decreto sicurezza bis, Conte lo rivendica: “Lo giudico più completo e integrato della versione originale di quello che è stato emanato”.
Il rimprovero a Salvini: “Non è un ravvedimento tardivo”
A chi lo accusa di un “ravvedimento tardivo”, il premier risponde: “Nessun ravvedimento, io non ne ho mai fatto e non ne faccio oggi una questione personale né con gli amici della Lega, né con Matteo Salvini di parlare e di affrontare tante questioni. A conferma che non è un attacco personale, io oggi ho parlato di cultura istituzionale”.
E aggiunge di avergli rimproverato il fatto di essersi intromesso in altri ministeri, sconfinando dal ruolo di ministro dell’Interno che nel governo gli era stato affidato: “Se amiamo le istituzioni e se amiamo i cittadini, abbiamo il dovere della trasparenza”. Poi la stoccata finale a Salvini: “Se c’è mancanza di coraggio non vi preoccupate, me la assumo io davanti al Paese che ci guarda”.
Conte al Colle per dimettersi
Conte ha poi apostrofato Salvini rientrato in Senato: “E prendo atto che il leader della Lega, che è tornato in aula e lo ringrazio, ha stentato a cogliere il significato della leale collaborazione dopo il 3 giugno”. E conclude: “Il coraggio me lo assumo io, grazie a tutti e vado dal presidente della Repubblica”.
Salvini replica: “Inciucio M5s-Pd, da premier solo insulti”
Salvini ha replicato a Conte via Twitter e ai microfoni dei giornalisti fuori dall’Aula del Senato sottolineando di aver ricevuto solo insulti dal premier e non aver ascoltato idee per l’Italia: “Dopo un anno di governo insieme, dunque, solo insulti dal presidente del consiglio. Che delusione, se mal sopportava la Lega e me e preferiva il Pd poteva dirlo subito. Adesso capisco tutti quei no”.
Per il leader leghista questo è il risultato di un inciucio tra Pd e M5s: “Oggi in Aula ho capito che c’è un avversione a Matteo Salvini. L’Italia non merita un governo, ammucchiata, ‘contro’ Salvini, ma un governo del per. Io non lo temo, anzi”. E conclude chiedendo elezioni: “Chiedo il voto al presidente Mattarella. La via maestra sono le elezioni”.
E non sembrai intenzionato a mollare la sua poltrona al Viminale: “Faccio quello che dice il presidente della Repubblica. Finché posso rimango a lavorare”.