Conti pubblici, Tremonti: “Altro che rigore. C’è un buco da 20 miliardi”

ROMA – ''Il rigore? Vedo una situazione molto difficile per il nostro Paese. C'e' un buco da 20 miliardi di euro da sanare''. Intervistato dal Corriere della Sera, l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti rimprovera al governo di aver 'scelto solo tasse e aumenti. La manovra – sostiene – e' squilibrata. Bisognava spostare i prelievi dalle persone alle cose, riducendo un welfare generoso anche con i ricchi''.

Tremonti si mostra critico sulla spending review. ''Il governo in sei mesi ha prodotto solo un documento che di numeri contiene solo quello delle pagine'', afferma. ''Anch'io mi sono messo d'impegno su capitoli come gli aerei blu, la vendita e l'accorpamento degli immobili. E' tutto necessario ma non e' sufficiente. Capisco che i simboli siano necessari sul piano etico-politico ma non fanno i numeri reali''.

Per l'ex ministro l'esecutivo ha ''idee erronee sull'Imu per la seconda casa''. I tecnici hanno pensato alla ''casa in un luogo di villeggiatura, ma in un Paese come il nostro, che ha avuto enormi migrazioni da Sud a Nord, la seconda casa e' quella di origine e per questo sfitta''.

Accanto alla questione fiscale interna, c'e' poi la questione europea. ''L'impressione – dichiara Tremonti – e' che dopo le riunioni al Fondo monetario si addensino sull'Europa nubi di tempesta: la scelta di lasciarla al suo destino. E' evidente nella dinamica dei mercati: c'e' una progressiva drammatizzazione dello scenario''.

''Il destino dei popoli – prosegue – non puo' dipendere da governanti in leasing o da banchieri centrali che fanno politica. I popoli stanno cominciando a comprendere che quest'assetto non sta in piedi, che la finanza prima ci distrugge e poi si autodistrugge''.

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