Contratti a termine e apprendistato: Dl Lavoro, la Camera al voto

Contratti a termine e apprendistato: Dl Lavoro al voto alla Camera
Contratti a termine e apprendistato: Dl Lavoro al voto alla Camera

ROMA – Contratti a termine da 12 mesi a 3 anni senza causale e apprendistato. Questi i temi di discussione del decreto legge sul lavoro che sarà discusso e votato il 15 maggio alla Camera. Il voto era previsto per il 14 maggio, ma il Movimento 5 stelle ha rinunciato all’ostruzionismo per poter votare sull’arresto di Francantonio Genovese, deputato del Pd accusato sottratto fondi per milioni di euro.

Se il 14 maggio pur di votare il caso Genovese M5s ha ritirato i suoi ordini del giorno, il 15 maggio sono 170 gli ordini del giorno da discutere in Aula prima di poter votare il decreto firmato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera spiega le novità introdotte sul lavoro. La prima riguarda i contratti a termine senza causale:

“La durata massima passa dai dodici mesi di adesso a tre anni mentre il numero delle proroghe, cioè i rinnovi senza interruzione, sale da uno a cinque. Viene fissato al 20% il limite dei lavoratori con contratto a termine sul totale dei dipendenti, un tetto finora rinviato alla contrattazione fra le parti. Ma per chi sfonda questa soglia non c’è più l’obbligo di assumere il lavoratore «fuori quota», come nel testo uscito dal primo passaggio alla Camera su proposta della sinistra Pd. Bensì, dopo la contromossa fatta al Senato da Ncd, una semplice sanzione pecuniaria che può andare dal 20 al 50% dello stipendio previsto per il contratto a termine”.

Anche l’apprendistato diventa più flessibile:

“Diventa più flessibile anche l’apprendistato, il contratto che almeno nelle intenzioni doveva rappresentare il principale canale di accesso al mercato del lavoro ma che negli anni non è mai decollato. Non viene solo semplificata la parte burocratica ma sale da 30 a 50 il numero minimo dei dipendenti che un’azienda deve avere per essere obbligata ad assumere definitivamente il 20% degli apprendisti prima di prenderne di nuovi”.

Se il decreto passerà, spiega il Corriere della Sera, il governo inizierà a lavorare sul disegno di legge del Jobs Act:

“Ncd, con Maurizio Sacconi, dice che quella sarà l’occasione per «unificare la regolamentazione del lavoro sia per il settore privato sia per quello pubblico». È la famosa armonizzazione già promessa dal governo Monti al momento di approvare la sua riforma del lavoro, quella che doveva scacciare la flessibilità cattiva scritta da Elsa Fornero. Una riforma che oggi, con il via libera al decreto Poletti, dovrebbe andare definitivamente in pensione. Senza essere stata applicata, nemmeno in una virgola, ai dipendenti pubblici”.

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