ROMA – “Vi sfido a ricordare un provvedimento del genere e vi sfido a distinguere le attività produttive essenziali e non essenziali in questo momento”.
Queste le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso di un’informativa al Senato sull’emergenza coronavirus.
Sui nostri provvedimenti, spiega il premier, “abbiamo sempre consultato tutti” ed è stato pagato “un prezzo per questo ampio coinvolgimento, perché come ben sapete ci sono state anticipazioni che certo non hanno giovato a orientare in modo chiaro la popolazione”.
In merito alle forniture di mascherine dall’estero, dice Conte, “ho letto di qualche uscita polemica. E’ impensabile che la nostra collocazione geopolitica possa essere condizionata da queste forniture”.
L’apertura all’opposizione.
“Nel lavoro per il decreto marzo abbiamo incontrato i leader dell’opposizioni e nel testo sono state raccolte alcune delle loro indicazioni, e anche ieri alla Camera ho ricevuto ampie aperture al confronto. Ora c’è un nuovo decreto e possiamo riprodurre questa metodologia di lavoro, anzi darò mandato al ministro D’Inca’ di elaborare un percorso di più intenso confronto”.
L’atmosfera al Senato.
A sentire il presidente del Consiglio ai banchi del governo i ministri Patuanelli, Speranza, Di Maio, Catalfo, D’Incà e il sottosegretario Fraccaro. Essendo finiti i posti a disposizione, dimezzati per assicurare il distanziamento, il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova ha dovuto accomodarsi in uno scranno da senatore.
Nessuno dei ministri indossa la mascherina, a differenza dei senatori: la hanno praticamente tutti, e in diversi indossano i guanti. Sempre per garantire il distanziamento, diversi senatori seguono l’informativa di Conte dalle tribune del pubblico.
Fonte: Ansa, Agi.