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Coronavirus, nuovo dpcm: ipotesi stretta su calcetto e feste private

Coronavirus, il nuovo dpcm potrebbe prevedere lo stop al calcetto e alle feste private

Stop alle feste private e agli sport amatoriali di contatto come il calcetto: sono due delle ipotesi che potrebbero entrare nel nuovo dpcm per frenare il coronavirus che arriverà a giorni.

Queste misure si aggiungerebbero al più generale freno alla movida, con lo stop dalle 21 alla possibilità di consumare in piedi cibo e bevande nei locali e con la chiusura di bar e ristoranti alle 24.

Poiché i dati mostrano che il contagio avviene principalmente tra parenti e amici, dovrebbe arrivare lo stop alle feste private, anche in casa. A questo si aggiungerebbe un limite di massimo trenta persone ai tavoli nei locali e nelle sale per cerimonie. 

Il nodo movida

Proprio il nodo della movida e della convivialità da contenere è stato al centro della riunione dei capidelegazione e del premier Giuseppe Conte di sabato.

Si è discusso anche dell’idea di chiudere i locali alle 24, orario che non avrebbe ripercussioni negative sui ristoranti. Tra le misure, anche una rimodulazione dello smart working. 

A parte (per ora) il lockdown totale, nessun provvedimento viene escluso a priori dal nuovo dpcm, visto l’aggravarsi della situazione. Dal coprifuoco per i locali al divieto di vendita di alcolici dopo una certa ora, alla sosta off limits in piedi fuori dagli stessi bar e pub.

E ancora: dalla riduzione della percentuale di passeggeri sui mezzi pubblici allo stop agli spostamenti tra regioni, tutto è in teoria possibile. 

Stretta su eventi e trasporti

Probabile che con il nuovo dpcm scattino prima di tutto limitazioni per eventi pubblici e feste private, compresi nozze e battesimi, fino ai funerali.

In Sardegna la Regione ha deciso di aprire i palazzetti dello sport fino a 700 persone (misure analoghe sono state già adottate anche altrove), ma nel nuovo Decreto potrebbe tornare la soglia non superabile dei 200 spettatori.

Altra questione topica i trasporti pubblici: l’80 per cento della capienza, molto superiore a quanto indicato dal Cts, potrebbe essere ridimensionata come soglia.

La situazione sembra sfuggire di mano, con una crescita dei contagi da coronavirus non esponenziale, ma costante e per ora inarrestabile.

Si pensa, con preoccupazione, alla saturazione delle strutture sanitarie per l’afflusso di malati in reparti ordinari e di terapia intensiva.

Secondo lo studio strategico per la fase autunnale-invernale, con l’indice di contagiosità Rt superiore a 1,2 – livello già raggiunto in Campania -, in 2-3 mesi gli ospedali avrebbero un sovraccarico. Considerando che non si è ancora entrati nella fase dell’influenza stagionale (il cui picco si attende tra febbraio e marzo), gli esperti auspicano misure efficaci e valide per 6 mesi.

Anche a questo scopo si valuterà l’impiego dei test rapidi al fianco dei tamponi diagnostici, per tentare di diluire le file di ore in auto che si vanno sempre più formando ai drive in delle grandi città. (Fonte: Ansa)

 

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