Coronavirus, Gasparri: da Amazon piccola carità ma poche tasse

Coronavirus, Gasparri: da Amazon piccola carità ma poche tasse (foto Ansa)

ROMA- “Da Amazon arriva una piccola carità ma paga poche tasse. Amazon ha deciso di versare in beneficenza 3 milioni e mezzo in Italia. E che cosa si aspetta, un applauso? Non paga tasse adeguate da sempre. Lo scorso anno Amazon, a fronte di profitti giganteschi, ha pagato in Italia solo 9 milioni di euro di tasse. Ora, facendo una piccola beneficenza, pensa di mettersi a posto con la coscienza?” 

E’ la reazione del senatore e commissario cittadino per Roma di Forza Italia all’annuncio di Amazon che  il 27 marzo ha comunicato la sua donazione di 3,5 milioni di euro per l’emergenza Covid-19.

“E’ stata impoverita l’economia italiana ed internazionale mettendo in crisi il settore del commercio, che paga laute e regolari tasse.

Invece di fare pelosa e piccola carità, paghi all’Italia le centinaia di milioni di euro dovute. Altro che qualche milione di carità. È una vergogna speculare su questa emergenza per rifarsi una verginità”, ha concluso Gasparri.

La cifra di 3,5 milioni include una donazione di 2,5 milioni alla Protezione Civile Italiana e una di 1 milione “per sostenere gli sforzi delle tante organizzazioni no profit e degli enti che operano nei territori e nelle comunità in cui vivono e lavorano i dipendenti Amazon e con cui l’azienda lavora da tempo”.

Sul sito del colosso dell’e-commerce è stato inserito inoltre un “pulsante per donare sul sito” e una funzione di Alexa, il suo assistente vocale, per semplificare le donazioni alla Protezione Civile. Tra le iniziative di Amazon la donazione, alla fine di febbraio, di migliaia di dispositivi di protezione – tute, guanti, occhiali protettivi – destinati agli ospedali che si trovano nelle aree più colpite della Lombardia e il lancio del programma “Aws Diagnostic Developmente Initiative” a supporto delle iniziative di ricerca e sviluppo della diagnostica, un programma pensato per supportare quelle persone che “stanno lavorando per proporre soluzioni diagnostiche migliori, più accurate, e per promuovere una migliore collaborazione tra organizzazioni che stanno lavorando su problemi simili”

L’emergenza Coronavirus non risparmia gli stabilimenti di Amazon

Nel piacentino, ad esempio, i sindacati sono intervenuti a tutela dei lavoratori per la gestione dell’emergenza legata al rischio di contagi da coronavirus. Solo grazie a un accordo per lo stabilimento di Castel San Giovanni arrivato il 27 marzo lo sciopero è stato sospeso dopo 11 giorni di mobilitazione iniziata il 16 marzo. I sindacati  Fisascat- Cisl, Filcams-Cgil, Uiltucs-Uil e Ugl Terziario continueranno però a vigilare: durante i tre turni di lavoro ci saranno sempre due rappresentanti sindacali che, insieme a personale designato dall’azienda, potranno muoversi all’interno dello stabilimento collaborando all’attuazione delle misure ed alla verifica.

In allarme anche il primo sindacato francese Sud dopo l’annuncio di un caso confermato da un test di Covid-19 nel magazzino di Saran, viciono a Orleans e a Bre’tigny-sur-Orge, nell’Essonne che denuncia che le regole sulla distanza siano impossibili da adottare e non ci siano mascherine”. La società dal canto suo afferma di applicare “tutte le raccomandazioni” e di aver raddoppiato la distanza a 2 m.

Fonti: Uff Stampa Maurizio Gasparri, Ansa

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