Coronavirus alla Santa Messa, Dino Pirri, prete: “Non usiamo il nostro popolo, lo amiamo”

di Lucio Fero
Pubblicato il 7 Aprile 2020 - 10:50 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus alla Santa Messa, parla don Dino Pirri, prete: "Non usiamo il nostro popolo, lo amiamo"

Coronavirus alla Santa Messa, Dino Pirri, prete: “Non usiamo il nostro popolo, lo amiamo” (Nella foto Ansa, 4 immagini della Domenica delle Palme ai tempi del Coronavirus)

ROMA – Coronavirus alla Santa Messa o Santa Messa al coronavirus, magari per Pasqua, così si fa una bella funzione cui non manca nulla e si partecipa tutti.

Dino Pirri, prete: “Non usiamo il nostro popolo, lo amiamo. Non ci sta a cuore il consenso ma il bene comune”.

Gualtiero Bassetti, vescovo: “Non partecipare alle Messe di Pasqua è atto di generosità, dovere di carità”.

Bergoglio papa la funzione religiosa e la preghiera e invocazione al dio cattolico l’ha fatta in clamorosa e ostentata solitudine, lui da solo in Piazza San Pietro facendo di questo suo stesso essere solo il senso del rapporto con il divino, qui e oggi.

Non usare il popolo dei credenti e non usare i corpi dei fedeli per mostrarsi loro paladino, ma amare quei corpi facendo di tutto per tenerli lontani dal contagio. Con chi ce l’ha Don Pirri? Chi ha dato secondo il sacerdote lo scandalo secondo cristiana accezione, e cioè il peccare contro il prossimo?

Atto di generosità e dovere di carità non partecipare di persona alle liturgie della Pasqua. Chi dunque viene meno alla generosità e alla stessa carità cristiana volendo per sé, per se stesso, per se stesso prima di ogni altro, soddisfare il bisogno di sedersi sui banchi di una chiesa mentre si celebra Messa? Chi mette il prima io davanti alla generosità e alla carità cristiane?

Il Papa dei cattolici ha pregato e invocato il dio dei cattolici stando da solo nella piazza più cattolica che c’è. Chi afferma di conoscere lui il modo vero e giusto di pregare? Chi reclama di sapere cosa dio ascolterà e cosa no e di conoscere lui il modo e il luogo in cui si parla a dio?

Questo chi è lo stesso chi che ignora come sia stata esaminata e scartata l’ipotesi delle Messe e funzioni religiose pochi per volta e distanziati. I banchi numerati, la fila all’esterno, i controlli…Nella chiesa i fedeli per restar lontano avrebbero dovuto essere pochissimi e le Messe quindi a getto continuo e comunque nessuno poteva garantire, assicurare, proteggere. E quanta polizia, quanti uomini in divisa dovevano essere impiegati e rischiare? E quanti anziani, proprio loro, che dovevano uscire di casa e andare in chiesa? E’ stata la Chiesa a valutare e a dire non solo non si può, a dire che era ed è generosità e carità cristiana non partecipare di persona.

Questo chi è lo stesso chi che ignora come nei secoli passati e ancora oggi le funzioni religiose, i raduni religiosi siano stati moltiplicatori dei contagi e di fatto luoghi in cui la gente andava a morire. Nelle processioni contro la peste, a quel tempo non si sapeva. Al tempo nostro vogliono non saperlo gli adepti alla chiesa para cristiana che ha diffuso il virus in Corea del Sud. Vogliono non saperlo gli ebrei ortodossi che sputano in faccia ai soldati e poliziotti israeliani che cercano di convincerli a non contagiarsi in gruppo. Vogliono non saperlo gli iper islamisti sciiti e sunniti, i mullah afgani e pakistani. Vogliono non saperlo i santoni indù. Vogliono non saperlo le chiese e sette evangeliche.

Anche qui da noi c’è qualcuno che fa finta di non saperlo. E lo fa per l’evangelico piatto di lenticchie. Chi è quel chi lo sapete da soli, anche se in molti non volete sapere chi è davvero.