Coronavirus, una “patente” per i guariti. La nuova idea di Zaia

ROMA – “Dovremo pensare a un’uscita come a un ‘soft landing’, dovrà essere graduale, non tanto come uscita dei cittadini ma come riprendere normali condizioni di vita”. Lo ha affermato il presidente del Veneto, Luca Zaia, intervistato questa mattina, 30 marzo, da Federica Panicucci durante Mattino 5.

“Immagino che una delle soluzioni – ha proseguito Zaia – sulla quale noi stiamo lavorando, è quella del test sierologico, in maniera di andare a vedere se si sono formati gli anticorpi, e qui ci vogliono tempistiche, modalità. Stiamo cercando di ragionare anche su questo fronte, in modo da dare una ‘patente’ che attesta che tu hai avuto la risposta anticorpale. C’è anche da dire che abbiamo casi di re-infezione da coronavirus. Potrebbe anche accadere, e qui ce lo dovranno dire gli scienziati, che chi ha già avuto una risposta anticorpale magari potrà comunque essere esposto a un’ulteriore infezione – ha concluso – magari di una variante del virus”. 

“Se rispettate previsioni, picco entro 15 aprile”

Luca Zaia ieri, 29 marzo, nel consueto punto stampa, aveva ribadito che “se verranno rispettate le previsioni entro il 15 aprile si arriverà al picco e poi spero per fine maggio inizio giugno tutto finisca e si torni alla normalità”. E il governatore del Veneto ha spiegato “per questo stiamo valutando come rinnovare l’ordinanza che scade il 3 aprile”.

“Io spero che il cambio di direzione ci possa essere la prossima settimana. Se si rispetta l’ordinanza, infatti possiamo considerare la prossima settimana come quella cruciale e i nostri modelli matematici ci dicono che il sacrificio fatto finora è servito. Io spero per domenica prossima di poter dire che stiamo cambiando direzione, anche se con 2 mila persone in ospedale, 355 in terapia intensiva e quasi 400 morti non si può sorridere e per questo bisogna continuare con le restrizioni”.

“Quello che ci preoccupa oggi è il caso Verona, che paga la contiguità con il grande focolaio della provincia di Brescia, in ogni caso – spiega ancora Zaia – la situazione è sotto controllo e stiamo allestendo nuove terapie intensive e soprattutto le case di riposo, purtroppo hanno come ospiti i candidati perfetti per il virus: bisogna evitare che diventi una strage, per questo stiamo fornendo dispositivi di sicurezza, tutti i giorni alle Ulss forniamo mascherine e altro materiale, e avvieremo uno screening, con un nuovo piano ad hoc proprio per le case di riposo e non escludo la possibilità di spostamento di alcuni ospiti, ma non negli ospedali”.

Sui fondi stanziati dal governo ai Comuni, “non voglio fare polemiche, dico ‘non basta, ma aiuta’”. E il governatore del Veneto ha sottolineato: “Certo, tutti noi vorremmo un vero e proprio Piano Marshall come ha fatto la Germania con 550 mld di finanziamenti alle imprese, ma soprattutto un quadro preciso, ed è quello che chiedono le imprese grandi e piccole che mi dicono ‘stiamo navigando a vista, dateci una direzione precisa’. ma – lo ripeto – oggi è scandalosa l’assenza dell’Europa: dov’è? Il mio invito al governo è di farsi sentire in Europa, di battere i pugni e se necessario spaccare tutto”. (fonti MATTINO 5, ANSA)

 

 

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