Coronavirus, proroga stato di emergenza al 31 ottobre? Conte va in Parlamento Coronavirus, proroga stato di emergenza al 31 ottobre? Conte va in Parlamento

Coronavirus, proroga stato di emergenza al 31 ottobre? Conte porta la proposta in Parlamento

Prorogare lo stato di emergenza al 31 ottobre. Alla fine il premier Giuseppe Conte ha deciso: porterà la proposta in Parlamento. 

La proroga dello stato di emergenza non è stata formalizzata nel Consiglio dei ministri di mercoledì 22 luglio, chiamato a varare il nuovo scostamento di bilancio pari a 25 miliardi.

Sulla misura già nei giorni scorsi l’opposizione era insorta. Ma, per la maggioranza, obiettivo della decisione sarebbe non far decadere le ordinanze emanate finora dal commissario straordinario per l’emergenza Covid.

Sul 31 ottobre come data alla quale prorogare l’emergenza c’è un sostanziale accordo di maggioranza. Resta da capire quale sarà lo strumento con cui dovranno essere prorogati i Dpcm emanati durante lo stato di emergenza al 31 luglio.

Intanto il premier Conte sceglie di fare un passaggio in Parlamento, come peraltro aveva anticipato lo scorso 10 luglio. Un modo per spuntare le armi alle opposizioni, Salvini in primis, che non potranno gridare all’esproprio delle Camere.

Lo stato di emergenza, lo ricordiamo, era stato deciso lo scorso 31 gennaio all’inizio della pandemia e scadrà il 31 luglio.

Per questo ora il Governo sta pensando di rinnovarlo almeno fino al 31 ottobre.

In generale non prorogare lo stato di emergenza significherebbe non poter più derogare al codice appalti per l’acquisto di mascherine, test sierologici, tamponi e tutti i dispositivi necessari a contrastare la pandemia.

Cosa succede senza proroga

Senza una proroga ci sarebbe poi il problema di trovare nuovi soldi per finanziare i contratti del neo assunto personale sanitario.

Decadrebbero inoltre provvedimenti ancora essenziali per contenere la diffusione del virus, come lo smart working e, oltre tutto, il blocco dei licenziamenti.

Se il Parlamento darà l’ok alla proroga al 31 ottobre, entrambe le misure verranno recuperate nel nuovo Dpcm, che ripristinerà anche le linee guida per la gestione di negozi, spiagge, uffici, fabbriche, trasporti, ecc. Con relativo obbligo di mascherina nei locali chiusi e il divieto di assembramento.

Se invece le Camere lasceranno decadere lo stato di emergenza i provvedimenti economici e sociali finirebbero in un decreto legge ad hoc, mentre quelli in materia sanitaria rientrerebbero in ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza.

Ma senza emergenza, ogni azione, come acquistare e assumere velocemente, sarà problematica.

Coronavirus, cos’è lo stato di emergenza

E’ uno strumento che consente di velocizzare l’organizzazione degli strumenti per affrontare gli eventuali casi di diffusione del coronavirus.

Lo stato di emergenza, per esempio, ha permesso al Governo, di decidere per il lockdown senza passare per il Parlamento sfruttando semplicemente gli ormai famosi Dpcm.

Ma non solo. Con lo stato di emergenza si possono definire modalità più veloci per gli appalti.

Il 31 gennaio l’Italia, per la prima volta, ha decretato lo stato d’emergenza in conseguenza di un rischio sanitario legato alla diffusione di un virus.

Nel 2003, in seguito all’epidemia di Sars il governo italiano nominò l’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso Commissario straordinario per l’emergenza.

In quel caso l’ordinanza prevedeva l’assunzione di medici e infermieri e l’adeguamento delle dotazioni e potenziamento delle strutture degli ospedali Spallanzani di Roma e del Sacco di Milano, nonché la realizzazione di nuove strutture dedicate alle malattie infettive.

All’epoca si decise per una deroga del Trattato di Schengen sulla libera circolazioni dei cittadini per attivare controlli sui passeggeri provenienti da aree a rischio. (Fonte: Ansa)

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