Coronavirus e stato di emergenza, foto Ansa di una conferenza di Conte Coronavirus e stato di emergenza, foto Ansa di una conferenza di Conte

Coronavirus, ipotesi proroga dello stato di emergenza fino al 31 ottobre. Ecco cosa significa

Prorogare lo stato di emergenza fino al 31 ottobre.

Il governo, come ha già anticipato il premier Giuseppe Conte, è intenzionato a ampliare le misure eccezionali per la lotta al coronavirus e già in settimana potrebbe arrivare una delibera ad hoc in Consiglio dei ministri.

Delibera accompagnata anche da un decreto legge utile per fare ordine fra le varie scadenze fissate nel corso di questi mesi.

E’ possibile comunque che si decida di procedere in modo graduale.

Scegliere una scadenza più ravvicinata avrebbe però lo svantaggio di rendere più incerto il destino degli interventi a favore di famiglie e imprese.

Lo stato di emergenza, lo ricordiamo, era stato deciso lo scorso 31 gennaio all’inizio della pandemia e scadrà il 31 luglio.

Per questo ora il Governo sta pensando di rinnovarlo almeno fino al 31 ottobre.

Coronavirus, cos’è lo stato di emergenza

E’ uno strumento che consente di velocizzare l’organizzazione degli strumenti per affrontare gli eventuali casi di diffusione del coronavirus.

Lo stato di emergenza, per esempio, ha permesso al Governo, di decidere per il lockdown senza passare per il Parlamento sfruttando semplicemente gli ormai famosi Dpcm.

Ma non solo. Con lo stato di emergenza si possono definire modalità più veloci per gli appalti.

Il 31 gennaio l’Italia, per la prima volta, ha decretato lo stato d’emergenza in conseguenza di un rischio sanitario legato alla diffusione di un virus.

Nel 2003, in seguito all’epidemia di Sars il governo italiano nominò l’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso Commissario straordinario per l’emergenza.

In quel caso l’ordinanza prevedeva l’assunzione di medici e infermieri e l’adeguamento delle dotazioni e potenziamento delle strutture degli ospedali Spallanzani di Roma e del Sacco di Milano, nonché la realizzazione di nuove strutture dedicate alle malattie infettive.

All’epoca si decise per una deroga del Trattato di Schengen sulla libera circolazioni dei cittadini per attivare controlli sui passeggeri provenienti da aree a rischio. (Fonte: Ansa).

 

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