Anticorruzione e spending review: governo battuto due volte

Mario Monti (Lapresse)

ROMA – Governo battuto nell’Aula della Camera su un emendamento al ddl anticorruzione riferito al quarto articolo e poi sotto anche in commissione Affari costituzionali sulla spending review (poi il dl è stato approvato) su un emendamento del Pd.

ANTICORRUZIONE – L’emendamento, inizialmente presentato e poi ritirato dal Pd, e’ stato fatto proprio dall’Idv, incassando i voti del Pdl. E’ stato approvato con 237 si’ e 233 no. L’emendamento prevede che un pubblico impiegato che abbia percepito soldi in maniera indebita sia sottoposto al giudizio sulla responsabilita’ erariale da parte della Corte dei Conti.

”L’emendamento – sottolinea la prima firmataria, la capogruppo del Pd in commissione Giustizia, Donatella Ferranti – e’ in buona sostanza un forte incentivo alla pubblicita’ dei compensi nella pubblica amministrazione e al contrasto del cumulo degli incarichi”. E’ infatti previsto – spiega la deputata – che un impiegato che ha un doppio incarico debba versare una parte del compenso all’amministrazione di provenienza, se questo non viene fatto il lavoratore incorre in un illecito disciplinare del quale deve rispondere alla Corte dei Conti.

”Noi siamo impegnati a votare il ddl anticorruzione, ma lo faremo alla cieca, provocando danni e guasti nella pubblica amministrazione e nel rapporto tra politica e cittadini. Vogliamo fare un lavoro serio e respingiamo al mittente le illazioni secondo cui vogliamo rallentare questo testo”. Lo ha detto nell’Aula della Camera il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto.

SPENDING REVIEW – Il governo e’ stato battuto nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato su un emendamento del Pd alla spending review. La proposta e’ stata votata da quasi tutto il gruppo dei Democratici, dall’Idv e dalla Lega. Il Pdl ha votato in ordine sparso mentre Fli ha espresso voto contrario.

L’emendamento impone al governo di presentare entro il 30 luglio prossimo ”un programma per la riorganizzazione” di tutta la ”spesa pubblica corrente” e non solo quella riguardante l’acquisto di beni e servizi, oggetto del decreto e del lavoro del commissario Enrico Bondi. Inoltre il prossimo autunno il governo dovra’ presentare dei ”disegni di legge collegati alla manovra finanziaria, mediante i quali attuare la riorganizzazione della spesa pubblica”. Inoltre la Ragioneria generale dello Stato, in collaborazione con il commissario Bondi, a partire dall’entrata in vigore del decreto, ”da’ inizio ad un ciclo di ‘spending review’ mirata alla definizione dei costi standard dei programmi di spesa delle amministrazioni centrali dello Stato”. Per le amministrazioni periferiche verranno ”proposte specifiche metodologie per quantificare i costi”.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE  Le commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato hanno approvato il decreto sulla spending review, con l’emendamento che prevede la certificazione dei crediti delle aziende verso le Regioni, comprese quelle sottoposte a piano di rientro. Il decreto e’ in aula da martedi’ pomeriggioIn mattinata il governo aveva dato il via libera alla commissione Bilancio, chiamata ad esprimersi sulla copertura finanziaria degli emendamenti riguardanti i debiti delle P. A. Si sono quindi riunite congiuntamente le commissioni Affari costituzionali e Bilancio per l’esame di merito del decreto, e sono stati approvati i due emendamenti dei relatori, Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Francesco Sanna (Pd), che prevedono la certificazione dei debiti delle Regioni, compresese quelle sottoposte al piano di rientro. I crediti potranno essere portati in compensazione ad eventuale cartelle esattoriali. .

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