Italia, “corruzione dilagante”. Il governo rinvia il disegno di legge

Pubblicato il 16 Febbraio 2012 - 18:23 OLTRE 6 MESI FA

Paola Severino (Foto Lapresse)

ROMA – Un rinvio, anzi uno “spostamento molto contenuto” del disegno di legge anticorruzione. E’ quello che ha chiesto il ministro della Giustizia Paola Severino al termine dei lavori delle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Giustizia. Il rinvio, che dovrebbe riguardare qualche giorno, è stato deciso proprio nel giorno in cui la Corte dei Conti dà i numeri dell’evasione in Italia.

Il ministro Severino ha spiegato di aver ”considerato due aspetti: l’ingorgo istituzionale che mi ha portato a un ping pong tra Senato e Camera, inoltre ho studiato gli atti parlamentari relativi a questa proposta su cui è stato già fatto un gran lavoro e che ha un gran numero di emendamenti” e ”avrei dovuto scegliere tra limitarmi a fare delle osservazioni o fare uno studio in materia di delitti contro la pubblica amministrazione. Ho pensato fosse opportuno seguire la seconda strada”. Il ministro ha sottolineato come il provvedimento riguardi ”uno dei capi più importanti del codice penale” e che ”la corruzione corrode l’economia”, per questo il provvedimento in esame ”richiede il massimo sforzo per arrivare a una riforma in linea con la normativa europea e la necessaria trasparenza della pubblica amministrazione”. Il disegno di legge era stato calendarizzato per il 27 febbraio, ma si parla di un rinvio ai primi giorni di marzo

Proprio giovedì la Corte dei Conti ha lanciato l’allarme sulla corruzione. L’evasione dell’Iva in Italia è al 36%. Secondo il presidente della Corte, Luigi Giampaolini, “‘Illegalità, corruzione e malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese le cui dimensioni sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce”. La corruzione per il nostro Paese ha ”un costo plurimiliardario” ma la battaglia è praticamente ”impari” perché il recupero che arriva dalle condanne è infinitamente più basso. Se il danno è nell’ordine di miliardi di euro, le condanne sono invece di milioni. La Corte cita le stime dalla Funzione pubblica secondo la quale la corruzione vale 60 miliardi di euro l’anno. Cifra che ”appare esagerata” alla stessa Corte dal momento che l’Unione europea stima in 120 miliardi di euro i costi della corruzione in tutta Europa.

”Purtuttavia il nostro Paese – sottolinea la magistratura contabile – nella classifica degli Stati percepiti più corrotti nel mondo stilata da Trasparency International per il 2011 assume il non commendevole posto di 60/o su 182 Paesi presi in esame e nell’Ue è posizionata avanti alla Grecia, Romania e Bulgaria”. A fronte di questo danno al Paese ”plurimiliardario”, la Corte dei Conti nel 2011 ”è riuscita a infliggere condanne in primo grado per soli 75,25 milioni di euro, mentre in sede d’appello sono state definitivamente confermate condanne per l’importo di 15,05 milioni di euro”, si legge nei dossier della stessa magistratura. Per la Corte ”la corruzione mina la fiducia degli investitori stranieri nel mercato italiano e minaccia la libertà d’impresa con mezzi inaccettabili per uno Stato di diritto”. E’, insieme al fenomeno della criminalità organizzata, il principale ”freno” per chi vuole investire in Italia e in particolare al Sud.