La corruzione ci costa 60 miliardi: un deterrente per futuri investitori

Pubblicato il 21 Dicembre 2011 - 09:25 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – In due anni l’Italia è scesa dal 63° al 69° posto nell’indice di percezione della corruzione, presentato da Transparency International, che ci vede al fianco di Ghana e Isole Samoa. Quart’ultimi in Europa davanti solo a Grecia, Romania e Bulgaria. La classifica mette in evidenza anche un problema economico: la corruzione rappresenta, infatti, un deterrente per i futuri investitori.

Uno studio della Corte dei conti del 2008 parla di 60 miliardi di euro versati in tangenti. E nei giorni scorsi il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino è tornato a parlare del cancro che impoverisce il “Bel Paese”, definendolo una “battaglia impari” perché a fronte del costo plurimiliardario del fenomeno nel 2010 la corte è riuscita a recuperare solo 293 milioni di euro: il risultato di 47 sentenze emesse dalle quattro sezioni d’appello, nelle quali sono stati condannati ben 90 funzionari pubblici per danni patrimoniali da reato contro la pubblica amministrazione.

In una visione più prosaica la corruzione ha un costo sui contribuenti pari a circa mille euro a testa.Un malcostume tutto italiano che è caratterizzato da “una rilevante difficoltà di emersione ed esiste una scarsa propensione alla denuncia, non solo perché si tratta di comportamenti che spesso nascono da un accordo fra corruttore e corrotto ma anche perché, nell’ambiente in cui sorgono, anche le persone estranee al fatto, ma partecipi all’organizzazione, non dimostrano disponibilità a denunciare fenomeni di tal tipo”.

Il Greco, organismo del consiglio d’Europa, nel denunciare la situazione italiana, ha additato in un rapporto datato 14 giugno 2011 la mancanza di un programma nazionale coordinato contro la corruzione e ha parlato di una “parziale indipendenza” delle unità organizzative italiane. Soppresso l’alto commissariato mancherebbe un’authority indipendente.

La legge anticorruzione annunciata dal precedente governo Silvio Berlusconi doveva essere la risposta alle richieste dell’Alto commissariato per la lotta alla corruzione voluto per l’Italia dall’Onu. Ma dopo il sì del Senato, nel marzo 2010, si attende il via libera definitivo alla Camera. L’Aula della Camera dovrebbe esaminare nella settimana dal 20 al 23 il disegno di legge. Ma il ddl che giace a Montecitorio non è sufficiente, secondo il nuovo Guardasigilli Paola Severino: “Ci sono figure giuridiche nuove come la corruzione privata all’interno delle imprese, cioè una forma di corruzione – ha detto il ministro al quotidiano la Repubblica – che non riguarda pubblici ufficiali”.