ROMA – ”La linea del governo era quella di individuare una via retta, ma mediana. Ora sarà necessario riallineare tutte le pene”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino dopo che in commissione, in sede di esame del ddl anti-corruzione, è passato l’emendamento sugli aumenti di pena per la corruzione per atti contrari a dovere d’ufficio. Già durante la discussione in Commissione Severino si era detta ”preoccupata” perché con l’aumento di pena ”si toglie razionalità al sistema”. ”Se aumentano le pene minime e massime per questo reato – ha spiegato il Guardasigilli – bisogna riallineare anche quelle per reati più gravi”, mentre il sistema delle pene ”mi sembra debba avere una propria logica”. Anche per questo il ministro aveva proposto, durante la seduta delle commissioni riunite Giustizia e affari costituzionali della Camera, di accantonare l’emendamento, affermando che una decisione di questo tipo ”potrebbe essere utile”.
Al ministro è stato chiesto se non abbia la sensazione che il PdL stia di fatto difendendo il ddl Alfano. ”Dalla discussione qui in commissione non mi e’ sembrato”, ha risposto. ”Non c’e’ stata – ha aggiunto – una richiesta di abolizione delle fattispecie di reato che ho introdotto”. Quanto all’incontro ieri tra Monti e Berlusconi durante il quale Berlusconi avrebbe stigmatizzato l’atteggiamento dell’Idv che vota con il governo provvedimenti che vedono il Pdl contrario, Severino ha risposto: ”Non posso pensare che qualcuno possa impedire all’IdV di votare dei provvedimenti se li condivide”. ”Il governo – ha aggiunto – fa scelte di carattere tecnico” con l’unica ”preoccupazione di costruire fattispecie che abbiano tenuta giuridica”. Infine sul fatto che oggi sia saltata la riunione di maggioranza prevista dopo la seduta in commissione, ”io sono tenace – ha detto Severino – e non escludo che possa esserci una nuova riunione”.
Sul provvedimento relativo alle intercettazioni poi ”non si tratta di presentare emendamenti, ma di far riprendere il cammino parlamentare”. Se ”ci sono delle difficoltà il governo è disponibile a un maxiemendamento”.