Corte Costituzionale, Napolitano: stallo grave, colpa di immotivate pretese settarie

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Settembre 2014 - 15:22 OLTRE 6 MESI FA
Corte Costituzionale, Napolitano: grave e immotivato lo stallo su Violante e Bruno

Giorgio Napolitano (LaPresse)

ROMA – Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano giudica grave e immotivato lo stallo del Parlamento, che non ha completato l’elezione dei nuovi membri laici del Csm e non riesce ad eleggere Donato Bruno (Forza Italia) e Luciano Violante (Pd) a giudici della Corte Costituzionale, dopo undici votazioni in cui non si è riusciti a raggiungere i 3/5 dei voti di deputati e senatori in seduta comune, necessari per l’elezione dei due candidati.

Il capo dello Stato è preoccupato soprattutto in prospettiva, notando il ricorrente problema che si è presentato in questa legislatura: non riuscire, per colpa di quelle da lui definite “pretese settarie”, a votare candidati condivisi con maggioranze “qualificate” (come quella dei 3/5 necessari a far passare Bruno e Violante).

Troppe “fumate nere” insomma, si dice parafrasando un’espressione di norma usata per l’elezione di un papa (fumata nera=votazione nulla, fumata bianca=eletto nuovo papa). Questa la dichiarazione di Napolitano:

“Il succedersi senza risultati conclusivi delle votazioni del Parlamento in seduta comune per la elezione dei componenti laici del CSM e dei giudici della Corte Costituzionale destinati a succedere ai due che hanno completato il mandato, solleva gravi interrogativi. Che si siano verificati nel passato analoghi infelici precedenti, nulla toglie a tale gravità”

Se continuano a “prevalere immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte”, come in questi giorni per il voto sulla Consulta e il Csm, “il meccanismo si paralizza e lo stesso istituto di garanzia rappresentato dal sistema dei quorum qualificati si logora”.

La gravità della questione Napolitano la individua non solo nella mancata elezione dei due giudici che impedisce l’insediamento del nuovo CSM. Il problema, sottolinea il presidente soprattutto in vista della riforma costituzionale e della legge elettorale, è la strutturale incapacità dimostrata da questo Parlamento (la sua rielezione a capo dello Stato ne è un esempio) a eleggere candidati condivisi – che siano il presidente del Senato o un giudice della Corte Costituzionale – che quindi necessitano di ampie e trasversali maggioranze, tali da raggiungere il quorum:

“Non so – aggiunge il capo dello Stato – se tutti i partecipanti alle votazioni in corso abbiano chiara in modo particolare una importante questione su cui desidero richiamare la loro attenzione. Di recente – e specialmente nella discussione in Senato sul superamento del bicameralismo paritario – si è sollevato da varie parti politiche il tema di un elevamento dei quorum previsti dalla Costituzione del 1948 per l’elezione da parte dei parlamentari a determinati incarichi di rilevanza costituzionale. Si ritenne necessario l’elevamento di tali quorum dopo l’adozione – nel 1993 e nel 2005 – di leggi elettorali maggioritarie e in vista dell’adozione di una nuova (per il momento approvata solo in prima lettura dalla Camera) anch’essa maggioritaria. Ma quorum elevati per tali operazioni elettorali in Parlamento implicano tassativamente convergenze sulle candidature e piena condivisione nell’espressione dei voti tra forze politiche diverse, di maggioranza e di minoranza. Ove vengano da parte di qualunque forza politica, o di singoli suoi rappresentanti in Parlamento, e finiscano per prevalere immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati della propria parte, il meccanismo si paralizza e lo stesso istituto di garanzia rappresentato dal sistema dei quorum qualificati si logora e può essere messo in discussione in senso opposto all’orientamento che ho prima richiamato. Si rifletta dunque bene anche su questo aspetto non secondario delle conseguenze del protrarsi di un complessivo nulla di fatto nelle votazioni in corso, che innanzitutto impedisce l’insediamento nel nuovo CSM”.