Corte Costituzionale: Pd-Fi, l’ora del ticket rosa. Candidati donna, le papabili

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Ottobre 2014 - 12:40 OLTRE 6 MESI FA
Corte Costituzionale: Pd-Fi, l'ora del ticket rosa. Candidati donna, le papabili

Corte Costituzionale: Pd-Fi, l’ora del ticket rosa. Candidati donna, le papabili

ROMA – Corte Costituzionale: Pd-Fi, l’ora del ticket rosa. Candidati donna, le papabili. Per tentare di uscire dallo stallo in cui sono precipitati, a causa della mancata nomina dei giudici da mandare alla Corte Costituzionale e del membro laico del Csm, i partiti sembrano orientarsi adesso su un candidato donna. In ogni caso bisognerà attendere no prima del 30 ottobre, quando è convocata la 21esima votazione (quel giorno saranno 20 fumate nere e 124 giorni sprecati). “Niente di meglio – ironizza un esponente di peso della maggioranza – che una candidatura al femminile, autorevole e “tecnica” per sparigliare le carte e tentare di chiudere definitivamente questo capitolo”.

Verso un ticket rosa, le papabili. Così tra Pd e Forza Italia si è aperta una sorta di gara per chi individuerà per primo l’avvocatessa o la professoressa universitaria capace di raggiungere il quorum richiesto dei 570 voti (3/5 dei componenti). “Entro la prossima settimana con un attimo di pausa ci potranno essere proposte di unità”, assicura il capogruppo di FI al Senato Paolo Romani che oggi riceve da Berlusconi l’incarico ad occuparsi della vicenda. Non “proposte calate dall’alto”, precisa, ma in grado di essere votate dal maggior numero di parlamentari visto che l’intenzione è quella di dar “seguito alle richieste del Colle” e di “procedere con le votazioni”.

Il primo nome che tutti fanno? L’ex Guardasigilli Paola Severino, avvocato e «professoressa» (così la chiamano i suoi). Unico handicap aver firmato la legge che porta il suo nome e che ha comportato la decadenza di Berlusconi. Forza Italia non la voterebbe. La destra potrebbe opporre un avvocato come Grazia Volo. In lizza potrebbe entrare un avvocato dello Stato come Gabriella Palmieri.

E poi tante docenti, a partire da Lorenza Carlassare, in pensione, nota per le sue battaglie sulla Costituzione. E ancora: Tania Groppi, di Siena; l’amministrativista Luisa Torchia; Silvia Niccolai di Cagliari; Ida Nicotra di Catania (che però è già all’Anti-corruzione); la romana Maria Alessandra Sandulli; Carmela Salazar di Reggio Calabria. E poi un magistrato, Elena Paciotti, famosa presidente dell’Anm. (Liana Milella, La Repubblica)

Chi convince Violante a farsi da parte? Anche nel Pd si comincia a muovere qualcosa. Il capogruppo alla Camera Roberto Speranza avrebbe ricevuto l’incarico di convincere Luciano Violante a fare un passo indietro visto che sarebbe stato lui, almeno formalmente, ad avanzarne all’epoca la candidatura. E poi, si spiega, un conto è che sia la minoranza che lo sostiene a “rimuovere l’ostacolo”, un altro è che a farlo sia un renziano.

Le reazioni potrebbero divergere e di molto. Ma, secondo quanto si apprende, a telefonare all’ex presidente della Camera per tentare di farlo rinunciare alla candidatura sarebbero stati in molti. Senza ottenere però, sinora, grossi risultati. “Fino a quando non sarà più in campo la candidatura di Violante – sottolinea un deputato Dem – noi non potremo avanzare ufficialmente alcun nome alternativo”. Ed è forse proprio perché il Pd non è “ancora pronto” che Renzi oggi non ha incontrato i capigruppo Speranza e Zanda per parlare di Consulta e Csm così come era stato annunciato.

In questa fase, si sottolinea, “sarebbe stato inutile”. E, poi, si fa notare sempre tra i Dem, prima di avanzare nuove proposte vogliamo vedere le carte che intende giocare Forza Italia. “Vediamo anche cosa faranno gli altri – sintetizza il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi – da parte nostra ci sono state delle aperture, ora aspettiamo gli altri”. Nell’attesa, il M5S rivendica il fatto di essere “determinante” nella scelta e rilancia sulla soluzione dei “tecnici”.