ROMA – “Dolore” nel leggere le cronache di questi giorni e nel vedere “il disprezzo per il pubblico denaro”, ma pronto, da presidente della Corte dei conti, a controllare i bilanci dei partiti. Luigi Giampaolino non vede neppure ostacoli di natura costituzionale, pure da molti paventati, perché “da tempo Consulta e Cassazione hanno stabilito che ciò che conta è la natura pubblica delle risorse”. Intervistato da Repubblica Giampaolino boccia l’ipotesi di ricorrere a un’Authority e quella di far certificare i bilanci dei partiti da apposite società.
Spiega: “Senza dubbio è opportuno creare un sistema di verifiche che dovrebbero limitarsi agli aspetti connessi all’uso di pubbliche risorse, senza mai divenire invasive rispetto alla vita dei partiti, per i quali la Costituzione pone solo il limite del ‘metodo democratico’”.
Quindi sullo scandalo Lega: “Sui fatti ancora oggetto di accertamento da parte della magistratura preferisco non pronunciarmi. Parlando però in via assolutamente generale, non posso nascondere il mio dolore di fronte ad alcuni fenomeni che da tempo caratterizzano la vita pubblica nazionale: il disprezzo del pubblico denaro, l’inveterato convincimento che dello stesso se ne possa fare l’uso che se ne vuole, se non, addirittura, uno privato”.
“La natura privata di un ente, come da tempo hanno affermato sia la Consulta che la Cassazione, non è un limite per l’esercizio del controllo e della funzione giurisdizionale della Corte dei conti. Quel che veramente rileva è che le risorse utilizzate siano pubbliche o, comunque, finalizzate a interessi pubblici. In ogni caso, il nostro controllo non potrà che essere di tipo contabile e volto ad assicurare la corretta gestione delle risorse, senza mai impingere in valutazioni di merito sulle scelte discrezionali che spettano solo ai partiti”.