Cosentino a “Porta a porta”: “Non mi dimetto, barbarie contro di me”

«Non mi dimetto da sottosegretario perché sto subendo una gravissima ingiustizia e non ho potuto difendermi. Non può essere un pentito cocainomane e pazzo a farmi arretrare».

Nicola Cosentino, coordinatore Pdl in Campania, parla durante la registrazione del programma di Bruno Vespa, “Porta a porta” e ribadisce che non arretrerà se non per volere del presidente del Consiglio.

«Questa candidatura è nelle mani di Berlusconi. Il mio destino personale è nelle sue mani e sta a lui decidere perché a lui devo tutto. Se Berlusconi mi chiederà di fare un passo indietro, io che sono un uomo di Berlusconi , farò un passo indietro».

La procura di Napoli ha chiesto per Cosentino l’arresto per concorso esterno in associazione mafiosa, ma il diretto interessato respinge ogni suo coinvolgimento: «Non c’è stato nessun governo che abbia sferrato un colpo tanto duro alla mafia e alla camorra in particolare come il governo Berlusconi, del quale io sono sottosegretario. È un paradosso che io venga accusato di questi reati. La verità è che io faccio paura come candidato. Non avevo interesse a contattare o a prendere i voti dei camorristi. la mia storia politica è trasparente e anticamorra. Una storia che avrei potuto raccontare ai giudici se mi avessero ascoltato. E’ una richiesta di arresto politica perché sono il coordinatore del Pdl in Campania. Questa è barbarie, questa è inciviltà. Non è mai successo che gli stessi magistrati si potessero palleggiare la stessa inchiesta per 20 anni».

«È dal 1990 tuttavia – prosegue – che va avanti questa inchiesta. Un anno e mezzo fa ho saputo sullEspresso che c’era l’idea di avanzare una richiesta di arresto. Allora ho, come istituzione, chiesto un leale confronto con un’altra istituzione ma mi è stata rifiutata questa possibilità. I magistrati si sono fidati di alcuni pentiti che dicono cose assolutamente infondate. Se i giudici mi avessero sentito per tempo non saremmo arrivati a questo».

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