Nicola Cosentino grida la sua innocenza. Nonostante la Corte di Cassazione abbia appena sentenziato che è “socialmente pericoloso”. La Suprema Corte ha respinto il ricorso presentato dal parlamentare contro l’ordinanza di custodia in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Napoli e confermata dal Tribunale del riesame il 28 settembre 2010, con l’accusa di concorso esterno nell’associazione camorristica.
Nei diversi gradi di giudizio la sentenza prevedeva il carcere per Cosentino, che si è salvato grazie alla Giunta per la autorizzazioni della Camera che ha negato l’autorizzazione dell’ormai ex sottosegretario all’Economia.
”Continuo, nonostante la ricostruzione calunniosa, fantasiosa – dice Cosentino – attuata da alcuni pm napoletani, ad avere fiducia nella magistratura. Anzi. Dimostrerò con assoluta certezza la mia estraneità ai fatti nel corso del processo quando questo si svolgerà. Mi auguro che questo avvenga quanto prima possibile. Fino ad oggi non ho avuto la possibilità di difendermi, lo farò nelle sedi giudiziarie”.
”Certo i danni prodotti sono irreversibili, ma, nel corso del processo, verrà fuori la verità e dimostrerò la mia totale estraneità ai fatti che mi sono stati contestati. Resta il mio forte impegno verso ogni forma di illegalità e prima ancora contro la camorra”, ha concluso.