Covid 18 marzo giorno in memoria delle 103 mila vittime. Ma c’è un baco nell’omaggio

di Lucio Fero
Pubblicato il 18 Marzo 2021 - 10:32 OLTRE 6 MESI FA
Covid 18 marzo giorno in memoria delle 103 mila vittime. Ma c'è un baco nell'omaggio

Covid 18 marzo giorno in memoria delle 103 mila vittime. Ma c’è un baco nell’omaggio (Nella foto, le bare trasportate dai camion militari a Bergamo)

Covid, un giorno dedicato alla memoria e all’omaggio delle 103 mila vittime, uccise dalla malattia. Quel giorno è oggi 18 marzo e ogni 18 marzo a venire lo sarà giorno della memoria e omaggio ai 103 mila che purtroppo è sicuro saranno ancora di più. Ma c’è un baco nella tela di questo omaggio. Non l’oltraggio osceno dei cosiddetti negazionisti che in fondo son solo mala gente che se ne frega se il morto non è suo.

Il baco è in una constatazione e retorica domanda: perché i mille morti di Covid delle ultime 48 ore non destano allarme e disorientamento e son quasi normalità, anzi normalità accettata e consueta e invece i quattro morti in un mese quasi certamente non morti di Covid sono invece allarme, paura, angoscia, pura anormalità?

Eccolo il baco nel sentimento nazionale di lutto: non provare più alcuna emozione o quasi per i morti giornalieri di Covid e trovare emozionanti i rari, rarissimi morti, forse molto forse, di vaccino.

18 marzo giorno della memoria vittime di Covid: i camion di Bergamo

I morti di Covid in questi mesi hanno ricevuto l’insulto di coloro (pochi ma non pochissimi) che andavano in giro dicendo erano scene truccate quelle dei camion militari che trasportavano cadaveri. Insulti feroci e infami, rimasti impuniti nonostante fossero e siano sterco sulla coscienza nazionale. I morti di Covid hanno subito l’insulto di quelli che sono andati in giro a fabbricare la menzogna fetida degli ospedali vuoti e tutto inventato.

I morti di Covid sono stati insultati e lo sono ancora da coloro che continuano a dire tutto esagerato, se non inventato. Non insultati ma ignorati i morti di Covid dai non pochi e rumorosi riapriamo tutto e il fatturato viva. Chi è morto giace e il si dia pace al fatturato è partito di pensiero assai diffuso. E infine, ultimo in ordine di tempo, i morti di Covid subiscono una retrocessione di “qualità” rispetto ai presunti morti di vaccino anti Covid.

Perché stop a vaccino se di sicuro stop a vaccino farà più morti di Covid?

Lo stop, sia pure momentaneo, a vaccino AstraZeneca farà di sicuro qualche contagio, malattia, ricovero e morto in più di Covid. Ma si è deciso, alcuni governi, tra cui quello di Draghi, hanno prezzato questo danno collaterale come impossibile da non subire e pagare. Perché? Per accertate e numerose morti da vaccino? Numerose proprio no, accertate nemmeno.

E allora perché agire in maniera opposta alla Gran Bretagna dove dicono: avevamo 1500 morti di Covid al giorno, dopo i vaccini i morti sono 50 al giorno, di che state parlando? Che precauzione è aumentare di certo i morti di Covid evitando i presunti, sospetti, non certi e comunque pochissimi eventuali morti di complicazioni post vaccino?

Il perché dello stop ad AstraZeneca non è di natura sanitaria ma di natura politica, politica intesa nelle sua accezione più profonda. La democrazia che abbiamo costruito e definito tra la fine del secolo scorso e l’inizio dell’attuale non è una democrazia borghese-liberale con nucleo, asse e regolatore in un ceto dirigente. La democrazia, la nostra democrazia, ha assorbito e inglobato in costituzione materiale elementi genetici del populismo. Senza una quota riconosciuta e rispettata di populismo la nostra democrazia non regge, non sta in piedi. Quindi quando una voce di popolo, anzi una notizia di popolo viaggia e monta, allora il potere politico non può che piegarsi alla notizia di popolo.

Notizia di popolo

Persone, gente pensano, immaginano, suppongono un rapporto tra una vaccinazione e una morte. Giornali, tv, radio accolgono, diffondono, moltiplicano. Il tutto senza competenza ma soprattutto senza responsabilità che non sia quella di rispondere e soddisfare le proprie emozioni e bisogni. Si forma così la notizia di popolo, cui nessun governo o quasi pensa di poter resistere. Nessuno oggi, in democrazia innervata di populismo, può alla notizia di popolo rispondere con un: è una sciocchezza e fatela finita! Quindi si sospende la vaccinazione in nome del principio di precauzione verso la buona salute della democrazia. E’ la salute della democrazia così come l’abbiamo voluta che si preserva scegliendo per l’oggi (i molto presunti morti di vaccino) e sacrificando il domani (i certi e sicuri aggiuntivi morti futuri di Covid).

Notizia di popolo che quasi sempre parla con lingua biforcuta

Notizia di popolo (sostenuta dalla stampa e dalla tv) è stata per settimane lo “Sbrigatevi burocrati pelandroni” con cui si intimava ad Ema, Aifa, insomma Ue, Bruxelles e autorità di controllo di darsi una mossa ad autorizzare vaccini. Notizia di popolo (sostenuta da stampa e tv) per mezzo delle stesse voci è oggi il rimprovero severo: “Avete fatto troppo in fretta!”. Notizia di popolo è oggi: “Troppo AstraZeneca nella strategia della Ue”. Accompagnata dall’altra notizia di popolo: “Bravi gli inglesi”. Che usano in gran parte AstraZeneca. Notizia di popolo è per questa settimana: “Precauzione first!”. Presto sarà notizia di popolo: “Efficienza e risultato al primo posto!”. Non è che notizia di popolo sia intenzionalmente bugiarda. E’ che notizia di popolo è per sua natura inaffidabile. Ma l’abbiamo messa in costituzione materiale della democrazia.