Crisi, Avvenire: "Auto blu? Italia rischia di rimanere a piedi"

CITTA' DEL VATICANO – ''In un'Italia che sta rimanendo a piedi, nessuno si illuda di poter continuare a sfrecciare in auto blu''. Si chiude con queste parole la risposta del direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, alla lettera di un lettore, sul tema dei costi della politica e sulla necessita' urgente di un taglio.

''Credo che se non si assume seriamente e rapidamente il problema della credibilita', della sosobrieta' e della esemplarita' di chi ci rappresenta e governa – afferma Tarquinio – sia inutile, e a tanti di noi suoni perfino stomachevole, quel certo stentoreo riempirsi la bocca di allarmi sulle distanze che crescono in una societa' divisa in 'caste' (non ce n'e' solo una) a causa delle diverse e sempre piu' 'lontane' classi di reddito nonche', su un piano distinto ma non cosi' distante, della evidente e pesante compresenza nel mondo del lavoro di iper-garantiti e di non garantiti affatto (soprattutto giovani)''.

''Senza dimenticare – prosegue il direttore del quotidiano dei vescovi italiani – l'ormai insostenibile realta' della 'secessione' in corso tra l'Italia che paga le tasse'', ''e quella invece che elude ed evade''. Di fronte a questi problemi, ''un cambio di passo e' non solo possibile, ma indispensabile''. E a ''chi fa politica'', ''ne tocca di piu', non di meno''. Quanto agli elettori, ai propri eletti diano ''una sorta di civile ultimatum: o cambiate registro o cambiamo voi. Non e' facile, soprattutto con questa legge elettore – prevede Tarquinio – ma accadra' ''.

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