Crisi, “crolla tutto”. Governo: decreto il 18 agosto per “ristrutturare” la manovra

ROMA – Il terreno frana sotto i piedi e il governo corre ai ripari: sarà decreto legge e sarà mercoledì 18 agosto, forse anche prima. Sarà quindi agosto di lavoro per il governo (con buona pace di Terra Santa e Polinesia) e saranno sacrifici amari per gli italiani. Sacrifici che non si esauriranno in un’estate.  Si tratterà, come spiega il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, di “ristrutturare la manovra”.  Inutile e utopistico aspettarsi sconti. Non lo permettono i conti pubblici italiani e non lo permette l’economia mondiale.

Discesa all’inferno. Mentre il governo era riunito con le parti sociali, infatti, sugli schermi delle Borse europee andava in onda l’ennesimo crollo, prova evidente che la tregua di martedì  è stata breve e illusoria. Milano a fine giornata segna un -6.25%. Le altre vanno appena meglio: il CAC 40 di Parigi segna -5,26%, il DAX 30 di Francoforte -5,23%. Solo il Ftse 100 di Londra limita le perdite a -2,13 per cento.

La novità del giorno è che a tremare, stavolta, è un’economia tra le più solide dell’Europa, quella francese. Si diffonde sui mercati la voce incontrollata di un possibile downgrade del rating francese. Bastano pochi minuti e le borse calano a picco. Arriva la smentita dalle stesse agenzie di rating che spiegano come il triplo A della Francia sia stabile. Non basta. Anche il rischio debito francese vola:  i credit default swaps (cds), che misurano il rischio Paese percepito dal mercato, sono saliti al nuovo massimo di 171 punti. I cds sul debito dell’Italia salgono a 388 punti e quelli sulla Spagna a 389 punti.

Mentre tutto crolla Tremonti ripete la ricetta del pareggio di Bilancio da mettere sia per iscritto in Costituzione sia (che è più importante) nei conti reali dello Stato: “Il rapporto deficit-Pil, al 3,8% quest’anno, dovrebbe scendere tra l’1,5% e l’1,7% il prossimo per arrivare al pareggio nel 2013”.

L’annuncio. Il vertice tra governo e parti sociali era ancora in corso quando le prime anticipazioni hanno fatto intuire subito l’aria che tirava. “Abbiamo assunto impegni gravosi – ha detto Silvio Berlusconi durante l’incontro – anticipo al 2013 del pareggio di bilancio. Abbiamo constatato che c’era attesa per un provvedimento del governo. Io ed il ministro Tremonti ci siamo impegnati a convocare un probabile consiglio dei ministri entro il 18 di questo mese. E forse riusciremo anche ad anticipare quella data. Ci siamo impegnati ad inserire in Costituzione il pareggio di bilancio”.

Lo stesso Berlusconi, quindi,  ammette che qualcosa va fatto, e subito. Sempre in riunione con le parti sociali spiega: “I fatti che sono accaduti dopo il primo incontro tra governo e parti sociali, dello scorso giovedì, costringono a riflettere insieme”.

Le risposte arriveranno ma difficilmente saranno del tipo che si aspettano i 500 mila giovani che hanno perso il posto di lavoro nel 2010 o i 9000 di Bari che hanno dovuto aspettare un sorteggio per 300 posti di lavoro per 10 giorni da 450 euro.

Qualcosa, insomma, cambierà. In attesa di capire esattamente cosa il premier ribadisce la linea: ”I temi dell’agenda restano validi anzi su alcuni punti, come la modifica agli articoli 41 e 81 della Costituzione, ci stiamo già muovendo”. Quindi da Berlusconi la solita sortita ottimista: ”Confermo tutti gli impegni presi. Faremo tutto presto e bene e in maniera inequivoca”.

E il 18 agosto è obiettivamente “presto”, anche se per i mercati otto giorni sono un’era geologica. Quanto al “bene”, si vedrà.

Le parti sociali. Quanto agli altri attori del vertice, sindacati e industriali, non fanno mancare il loro punto di vista. La sensazione, però, è che difficilmente le decisioni saranno davvero negoziali. I mercati dicono che il tempo delle parole è esaurito e serve azione. Susanna Camusso contesta la decisione di anticipare la manovra e chiede a gran voce “di tassare i grandi patrimoni”. Difficile ma non impossibile visto che sempre nel vertice un Gianni Letta preoccupato spiega: “Tutto precipita, valutiamo ogni ipotesi”. Emma Marcegaglia, si dice “pronta a passi importanti”. L’importante, però, è che i passi siano tutti nella stessa direzione

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