Crisi, l’Economist si interroga: Berlusconi “finito da Fini?”

‘Finiti da Fini?’. L’Economist titola con un gioco di parole l’articolo dedicato alla situazione politica italiana nel numero che sarà nei prossimi giorni in edicola. Il prestigioso settimanale britannico accende un faro sulle ”macchinazioni” del presidente della Camera alla vigilia del voto di fiducia al ”traballante” governo Berlusconi del 14 dicembre.

Nei palazzi della politica, scrive l’Economist, regna la confusione anche a causa dell’ ”incertezza che circonda le intenzioni e le tattiche dell’uomo che ha fatto precipitare la crisi”, ovvero di Gianfranco Fini. Il presidente della Camera ha come obiettivo una destra ”più moderna, tollerante e meno autocratica” di quella rappresentata da Berlusconi.

”In pochi dubitano della sua sincerità. Ma il suo partito alle prime armi, Futuro e Libertà, ha forse il pedigree più stravagante rispetto ad ogni altro gruppo della destra europea”. E qui il settimanale cita Salvatore Merlo, autore del libro ‘La Conversione di Fini’: ”Anche se Fini non lo ammettera’ mai, molte delle posizioni che sostiene oggi derivano da un certo filone della cultura fascista”, particolarmente quello dell’area ”sociale” anti-capitalista che già negli anni ’70 era su posizioni femministe e ambientaliste. Ad ogni modo ora Fini, che vuole ”un nuovo governo con un nuovo programma anche se non necessariamente un nuovo leader”, si trova davanti alla sfida del voto di sfiducia. E il 14 dicembre sarà ”un momento cruciale”, per Berlusconi certo ma anche per Fini.

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